I-DAYS 2018: il racconto del giorno 3 con Ride, Placebo, Noel Gallagher e Paul Kalkbrenner

Noel Gallagher 23 giugno 2018 live @ I-Days Milano - Foto di I-Days

Noel Gallagher live @ I-Days – Foto di I-Days

“Noel get my mom pregnant” – questo il cartello a tinte bianche rosse e verdi, esibito da un ragazzo durante l’esibizione di Noel Gallagher, che riassume il pensiero del giorno 3 di I-Days 2018.

Dopo le 65mila persone dei Pearl Jam, la giornata di sabato 23 giugno è visibilmente più vivibile a livello climatico con i suoi 25 gradi e il vento fresco ad allietare lo zoccolo duro degli Oasis assiepato nel Pit e nella zona per comuni mortali. Il cantautore inglese Isaac Gracie e la sua voce celestiale presenta in Italia per la prima volta i brani dell’omonimo album d’esordio e scalda gli amplificatori per le distorsioni shoegaze dei Ride di Andy Bell – tra l’altro ex membro degli Oasis, ora attendiamo solo la reunion.

SCALETTA E FOTO DEI RIDE

 

I Placebo, tra i più attesi della giornata nonostante il loro annuncio sia arrivato solo pochi mesi fa, arrivano sullo stage con la nuova formazione: dopo l’abbandono dell’ultimo batterista Steve Forrest ora dietro le pelli la scelta è ricaduta su Matthew Lunn, fondatore della band indie/alternative Colour of Fire. Ma la vera icona è sempre lui, Brian Molko, che dall’altezza dei suoi 45 anni e 20 anni di carriera umilmente accetta – e come potrebbe sennò – di suonare prima di Gallagher per circa un’ora. Aiutato dal fido Stefan Olsdal, la band ripercorre i suoi ventidue anni di carriera (lasciandosi alle spalle qualche brano cardine come ad esempio “Every You, Every Me”) con qualche sorpresa dal cappello come la cover dei Cure di “Let’s Go To Bed” prima della chiusura inaspettata con “Infra-Red”. La più amata dal pubblico è però “Special K”, merito forse dell’esibizione versione punk con dito medio alla telecamera del 2001 al Festival di Sanremo? 

SCALETTA, VIDEO E FOTO DEI PLACEBO

Dopo Brian Molko e i suoi Placebo il pubblico dell’arena di Rho Fiera inizia ad assieparsi per l’esibizione di Noel ‘The Chief’ Gallagher che arriva sul palco stupito della quantità di pubblico pronto per la sua esibizione. Accompagnato dai fedeli High Flying Birds, Noel regala – solamente – settantacinque minuti di vera musica, non c’entra nulla con il rock’n’roll del fratello Liam di un paio di giorni prima: qui il suono della band è curato – tralasciamo il settaggio dei volumi a volte opinabile – e studiato per dare risalto a ogni membro presente sul palco. Anche a colei che suona le forbici.
In scaletta sono molte le canzoni tratte da “Who Built The Moon?”, un album che si apprezza ascolto dopo ascolto e dal vivo è una sorta di “The Dark Side Of The Moon” della musica recente.
Potevano mancare i pezzi degli Oasis? Certamente no.
Sono ben sei i successi della band di Manchester portati dal suo fondatore: “Half The World Away”, “Little By Little”, “Wonderwall”, “Go Let It Out” e “The Importance Of Being Idle”
Noel si riconferma un cardine della musica non solo inglese ma mondiale, un vero e proprio guru che le generazioni di musicisti futuri prenderanno ad esempio per la sua enorme professionalità. Nonostante il peso di tre show in tre sere e la voce a volte incerta, Noel continua per la sua strada costellata solamente di grandi successi.

SCALETTA, VIDEO E FOTO DI NOEL GALLAGHER

Paul Kalkbrenner chiude con il suo live show in cui ha presentato molti brani dal nuovo album “Parts Of Life”, una giornata che tutto sommato è risultata tranquilla a livello gestionale e di pubblico, così come, dobbiamo dirlo, praticamente tutta la manifestazione.

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