
“Alone inside, I wish that I could die”
È dal loro brano “Shadowboxer” che i Good Charlotte iniziano a fare i conti con se stessi e con tutto ciò che li circonda, condividendo ansie, attacchi di panico e paure con i loro fan nel settimo lavoro “Generation RX”, dal vivo il 3 febbraio all’Alcatraz di Milano.
Dopo aver partecipato al concerto in memoria di Lil Peep, rapper scomparso a dicembre 2017 per abuso di Xanax e Fentanyl (lo stesso farmaco che ha causato la morte di Prince), i fratelli Madden compongono “Actual Pain” quasi a voler regalare un tributo al musicista e avvisando tutti quelli che soffrono di problemi di panico di farsi avanti e raccontare al proprio medico, amico, famiglia, i loro problemi più segreti. I Good Charlotte indossano così i camici bianchi per ispezionare il loro animo in primis e poi quello di tutti i fan e amici del mondo musicale.
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“Generation RX” è il ritorno in grande stile di una delle band più sottovalutate dell’alternative rock che dopo venti anni di onorata carriera trova l’ennesimo modo di rinnovarsi toccando tasti (umani) in maniera delicata ma diretta. Aperture pop (“Cold Song”) illuminano la nebbia e il blu del tramonto si staglia sui sentimenti dei survivors, i fratelli Madden parlano, il pubblico ascolta.
La band americana mette tutto sotto i raggi X e denuncia l’incremento delle prescrizioni degli oppiacei negli Stati Uniti (RX è un’abbreviazione medica nelle ricette), scelti dai medici come soluzioni ai mali dell’animo ma diventate poi causa di morti e malanni del cervello.
Joel Madden ha affermato su “Generation RX”:
“Parla di quella lotta interiore e dell’esperienza emotiva che stiamo attraversando che ci porta in un luogo dove vogliamo semplicemente uccidere il dolore che c’è in tutti noi”.
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Gli stessi Joel e Benji Madden si lasciano guidare naturalmente nel processo di scrittura di “Generation RX” individuando nel panico e nei problemi mentali le linee guida del disco. Ma c’è anche altro: l’infanzia e le relazioni con i genitori in “Leech” e un finale speranzoso, soprattutto per i figli di Joel, con “California (The Way i Say I Love You”).
Alle spalle il panico e le denunce alla società americana, dinanzi un cielo che vuole aprirsi all’amore per l’amicizia e la famiglia.