
“Pazienza” è il primo album da solista di Gabriele Terlizzi in arte WISM. Il cantautore, producer e polistrumentista classe ’97, membro della band di Franco126, crea con le sue canzoni collage sonori a metà fra l’hip hop sperimentale e il cantautorato: “Pazienza” è un buon auspicio per il futuro e uno sdrammatizzare ogni tipo di problema.
Nel primo LP di WISM – anticipato da “Puttanate”, “Green Screen”, “Non Va Bene” e “Fermo Per Un Po'” – convivono sonorità sperimentali, beat old school e atmosfere più nostalgiche e vintage e sono presenti i featuring di Franco126, Perenne e Ugo Borghetti. “Pazienza” è un «flusso di coscienza» sintetizzato anche nel cortometraggio “Taglio Corto”.

Ciao Gabriele/WiSM! “Pazienza” è un saliscendi di sensazioni ed emozioni personali che raccontano tutte le sfaccettature della tua persona. Come e quando nascono i brani?
I 9 brani che compongono “Pazienza” nascono in maniera parecchio lenta fra il 2019 e il 2022. Tendenzialmente il mio processo parte con una lunga ricerca di sample da utilizzare come fondamenta di un beat. Dopo aver scomposto il campione che intendo usare, strutturo grossolanamente la strumentale, trovo melodia e parole provvisorie; successivamente torno a lavorare sulla base: aggiungo dettegli suonando o programmando altri strumenti melodici o percussivi. C’è poi un processo dove provo la stessa idea vocale su varie strumentali composte fin quando non trovo la combo che più mi convince ed una volta trovata la soluzione definitiva rifinisco la parte testuale e melodica della voce.
Nel disco mostri il lato hip hop del cantautorato. Ma tu ti senti più cantautore o artista hip hop?
Onestamente nessuno dei due. Mi sento in primissimo luogo un musicista e beatmaker che vuole far nascere determinati paesaggi sonori. Cantarci sopra è solamente un passo necessario per completare il lavoro e dargli un aspetto ancora più personale. Pian piano però devo ammettere che mi sono appassionato di più alla parte testuale della composizione.
È la prima volta che scrivi in italiano come WISM e Franco126 ti ha aiutato nell’impostazione dei brani. In quali canzoni si sente di più il suo influsso? Sei soddisfatto del risultato finale?
Onestamente non mi sento di dire che si sente un suo influsso in qualche brano specifico. Con Franco c’è stato semplicemente uno scambio molto genuino di pareri e consigli che mi hanno fatto capire cosa funzionava della mia scrittura e cosa andava rivisito o accantonato; ma anche su quali sonorità la mia voce risultava più convincente. Forse il suo aiuto più tangibile è avermi convinto a mantenere la strumentale di “Sabbie Mobili” invariata e non sostituirla con una seconda versione molto più cupa ed elettronica. Devo dire che sono molto soddisfatto di tutto il lavoro. Sento di aver messo a fuoco la scrittura nell’ultimo periodo quindi per forza di cose i testi più vecchi presenti nel disco mi piacciono un po’ meno rispetto ai più recenti. Però nulla di troppo drammatico.
“Fermo per un po’” campiona una parte della colonna sonora del film “Le chat & la souris” di Francis Lai, “Green Screen” scritta a partire dal brano “Passeggiata” dei Marc4, “Ragni” costruita su un giro di piano. Vista la mole di materiale mi viene da chiederti: ci sono mica delle canzoni rimaste fuori da “Pazienza”? Vedranno mai la luce?
Certamente ci sono varie canzoni tagliate fuori da “Pazienza” che è il primo progetto che ho iniziato ma l’ultimo che ho chiuso in questi anni. Nel mezzo ho pubblicato un paio di EP in cui sono presenti pezzi che ho scritto durante il periodo di composizione di “Pazienza”. Poi ho già altri pezzi nuovi e anche robe che non penso usciranno mai.

Qual è il “Green Screen” della tua vita? La frase “Siamo turisti per sempre nella città più triste del mondo” è stata ispirata da una città in particolare?
Devo dire che non mi riferisco a nessuna città in particolare. Diciamo che in “Green Screen” parlo principalmente di come mi vivo gli spostamenti in macchina/furgone per andare a suonare e i paesi in cui avvengono i concerti di cui obiettivamente raramente si riesce a vedere davvero qualcosa oltre la venue. Quindi nel ritornello con “turisti per sempre” faccio sia riferimento a gli spostamenti che al gratta e vinci in quanto mi sento davvero fortunato a poter suonare in giro in ogni caso però lo faccio nella “citta più triste del mondo” che può essere qualsiasi posto di cui non mi è rimasto nulla perché effettivamente non vi ho vissuto nulla se non il concerto.
Il disco si chiude con “Pacemaker” che mi ricorda un po’ gli Arctic Monkeys di “Tranquility Base Hotel & Casino”. Quali sono gli artisti che hanno formato musicalmente e che ispirano oggi WISM?
Allora ho avuto un sacco di fasi e ascoltato tanta roba diversa e ognuna in piccola parte mi ha influenzato nell’approccio strumentale vocale e di produzione. Riassumendo, i primi ascolti consapevoli che mi hanno davvero formato sono stati: Muse, Franz Ferdinand, Arctic Monkeys, Battles, Animal Collective, TTNG, Rhese New Puritans. Poi ho ascoltato tanto emo/screamo italiano Fbyc, Gazebo Penguins, Raein, Lantern e poi tanto hip hop: Earl Sweatshirt, Tyler The Creator, Kanye West, MIKE, Brockhampton. Credo che oggi le robe che più mi influenzano sono Animal Collective, Panda Bear, King Krule, MIKE, Earl Sweatshirt.
Che significato ha quel “London Bridge Is Falling Down” in chiusura?
Dai 4 a gli 8 anni ho studiato pianoforte e una delle canzoncine che suonavamo spesso era quella. Costituisce una delle melodie che da quando ho memoria è come se l’avessi sempre conosciuta, mi riconduce all’infanzia ad una ingenuità e calma che dopo tutto quello che succede nel disco si traduce per me come un dolce abbraccio sonoro a me stesso.
Porterai in tour i brani di “Pazienza”?
Certo in questi mesi proveremo a strutturare un tour dove suonerò brani di “Pazienza”, robe dagli EP e brani inediti.

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