
Cinque canzoni con tante collaborazioni importanti che rappresentano una porta spalancata sul mondo di Camilla Magli. La cantautrice ha presentato a Milano, nello spazio di Nolo91, il suo EP “Club Blu” in uno showcase in cui l’artista di origine pugliese si è raccontata al microfono intervistata da Luca De Gennaro e ha eseguito dal vivo alcuni brani in acustico.
Alla realizzazione del disco hanno contribuito tante firme importanti dell’attuale scena italiana: dal featuring con Big Mama in “Knock out” a quello con Mahmood, a cui è legata da amicizia pluriennale, nata quando lei era appena arrivata a Milano per studiare musica al CPM di Franco Mussida. C’è la firma del due volte vincitore di Sanremo sul testo di “Il fumo uccide”, mentre Bresh duetta con lei in “Kanye West”. “Quando mi hanno detto che Bresh aveva accettato di collaborare con me era il primo aprile” ha raccontato Camilla “e per un attimo ho pensato che fosse uno scherzo”.
Nelle Stanze dei Ricordi di Camilla Magli
A impreziosire la presentazione dell’EP, anche una serie di installazioni ciascuna legata a una canzone del disco. Un letto con appoggiata una chitarra (“Il mio luogo preferito di scrittura delle canzoni, fra una sigaretta e l’altra”), una serie di pezzi di automobile, indelebile ricordo di un serio incidente automobilistico avuto a 14 anni e che per anni ha segnato l’esistenza della cantante, oltre ad averle ispirato “Il Fumo Uccide”. L’uscita dell’EP è la ciliegina sulla torta di un periodo magico per Camilla Magli, dal momento che la scorsa estate ha avuto l’onore di aprire i concerti di big del calibro di Max Gazzè e Carmen Consoli.
Da “Club Blu” a “Broken English” di Marianne Faithfull
Sulla copertina di “Club Blu”, Camilla cita Marianne Faithfull che, sulla cover di “Broken English” si copre il volto mentre fuma una sigaretta. La cantautrice ci racconta così la scelta della foto:
“Nasce in primis dal fatto che sia una donna che mi ha insegnato tantissimo con un modo tutto suo di comunicare, magnetico, è impossibile restare indifferenti davanti alla sua scrittura e alla sua musica. Io amo ‘Broken English’ perché lo ascoltavo sin da ragazzina, lo sentivo molto vicino ed è stato naturale prendere ispirazione. Il colore, il contrasto della copertina mi hanno riportato al mood con cui io ho scritto brani contenuti nel disco: questo ‘essere nel blu’ tornava sempre e ci pensavo moltissimo mentre scrivevo, c’è stata una vera e propria scintilla. Ho voluto omaggiarla quindi, anche per il significato che questo album ha rappresentato per la sua rinascita, un passo contro la sua tristezza. Mi ci sono ritrovata, istintivamente”.
