
Il trio parmense I Segreti torna con il nuovo singolo “Vienimi a salvare”, a distanza di due anni dal secondo album “Qualcosa Da Risolvere”, che li ha confermati tra le band più interessanti del panorama indie italiano dopo il debutto con “Qualunque Cosa Sia” del 2018).
Prodotto da Matteo Cantaluppi, “Vienimi a salvare” de I Segreti lascia spazio alle chitarre e a synth anni ’80 per una “canzone di liberazione, di sangue e di sudore e di bene contro il male”.

Ciao ragazzi! Come nasce “Vienimi a salvare”? Convivono ancora allora chitarre e synth?
Beh diremmo che convivono alla grande! Nonostante l’arrangiamento pieno di chitarre batterie e synth, il pezzo come quasi tutti quelli che facciamo nasce al pianoforte un paio di anni fa. Inizialmente non pensavamo nemmeno dovesse uscire, non ci convinceva a pieno però è piaciuto cosi tanto al manager e al produttore che per fortuna abbiamo cambiato rapidamente idea.
“Appena hai tempo, vienimi a salvare” è un grido di aiuto molto educato. A chi è rivolto?
Crediamo che la forza di questa canzone sia proprio che la dedica non sia riferita esplicitamente a nessuno e che questo lasci varie interpretazioni. Può sembrare intuitivo che sia riferita a qualche Dio o qualche entità astratta ma non per forza è una richiesta spirituale. Può anche essere letta come un bisogno di aiuto che chiedi a un amico, una ragazza, un parente, di trovare un po’ di tempo per te in questo mondo frenetico.
Liberazione, sangue e sudore. Ma anche bene contro il male. Mi sarei aspettato un canto di rivolta, invece “Vienimi a salvare” è una canzone d’amore e di rispetto. Quanto è importante oggi scrivere ancora d’amore per voi?
La rivolta può avere tante facce e può essere espressa in tanti modi. Anche chiedere aiuto a volte può essere un segno di rivolta. Anche il desiderio di cambiamento. Questa è una canzone che parla di amore ma di amore per la vita, con tutte le contraddizioni che essa può avere. Sullo scrivere d’amore invece, sarebbe giusto dire che la difficoltà non sta tanto nello scrivere d’amore ma nel riuscire a farlo bene. Speriamo quindi di farlo bene.
Il vostro ultimo album è uscito nel 2021. Ora, due anni dopo, avete trovato quel ‘qualcosa da risolvere’ che cercavate? E lo sentiremo forse nel prossimo disco?
Bella domanda… Probabilmente no, lo stiamo ancora cercando. Però la cosa bella è continuare a cercarlo continuando a scrivere canzoni. Ci sembra il modo migliore se non l’unico per riuscire a combattere questo tipo di sensazioni. Alla fine più domande senti di avere dentro, più hai la necessità di scrivere. Quindi in un certo senso speriamo di rimanere sempre con qualcosa da risolvere.

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