Sanremo 2023: il “Coraggio” dei testi di Coma Cose, Gianluca Grignani e Articolo 31

Coma Cose- Foto di Attilio Cusani
Coma Cose- Foto di Attilio Cusani

Dalla fine del Festival di Sanremo 2023 ormai è passata qualche settimana. Il rimbalzo iniziale post kermesse da un lato continua a essere cavalcato dall’altro tende a scemare. I colori di alcune canzoni iniziano ad essere assimilati e a diventare più nitidi, fra arrangiamenti e testi. E proprio dalle parole di tre brani portati sul palco dell’Ariston si ripartirà in questo articolo. Articolo 31, Coma Cose e Gianluca Grignani: tutti uniti sotto l’ideale cappello artistico del “Coraggio”, quello di raccontare qualcosa senza remore facendo capire quanto un determinato momento della vita possa aver creato una sofferenza, che però poi ha portato allo sbocciare di una canzone voluta e trasporta in maniera esemplare.

Articolo 31 – “Un bel viaggio”
J-Ax e DJ Jad, riuniti e debuttanti a Sanremo, non se le mandano a dire. Nel loro excursus sulla DeLorean dei ricordi il duo rap milanese fa capire che “è meglio tirarsi dei pugni in pancia che delle pugnalate alla schiena”. Ripercorrere in maniera così trasparente tutto quello che è successo nel periodo della loro separazione artistica e amicale/fraterna li pone indiscutibilmente a un livello alto di scrittura e di rispetto per sé stessi in primis e per i propri fan, ma non solo.

Ci siamo odiati davvero
Lei t’ha lasciato e ridevo
Tua mamma è volata in cielo
E al funerale non c’ero
Un uomo è come il vino
Il tempo lo impreziosisce
Invece quello cattivo
Invecchiando si inacidisce
Quindi che l’orgoglio si fotta
Siamo stati due coglioni infatti funzioniamo in coppia
Nella vita gli amici li scegli
Noi siamo quelli
Che si vogliono bene anche quando si fanno la guerra
Come i fratelli


Il testo ha un nostalgico lieto fine? Certamente sì, ma se interpretata al meglio la nostalgia – diceva qualcuno – può essere una delle lanterne della nostra esistenza. Last but non least: per certi versi, la canzone sembra “Il capitolo 2” del brano “Non è un film”, meravigliosa perla degli Articolo 31 risalente al 2002.

Coma Cose – “L’addio”
Fausto Lama e California in una delle vette più alte della loro carriera, per partorire un testo che sembra avere tutti i tratti distintivi di un manuale di resistenza. Sì, perché se a una canzone che porta dentro di sé un carico sentimentale di questo calibro metti un titolo del genere e poi dici che “comunque andrà l’addio non è una possibilità” vuol dire che c’è qualcosa di speciale. Se la porti sul palco di Sanremo poi, ha valenza doppia.

C’era una foto dove ci guardiamo
Gli occhi felici dopo i giorni brutti
Ed ogni tanto lo dimentichiamo
Ma il nostro fuoco lo hanno visto tutti
Forse diventeremo due stranieri
In viaggio su respiri più leggeri
Chissà se piloti o passeggeri
E sparirò ma tu promettimi che
Potrò sempre ritornare da te
Se mi dimentico me, com’ero
Quando l’orgoglio era ancora intero
E comunque andrà
L’addio non è una possibilità


Vivere una relazione con quel coraggio che non fa respirare “un’atmosfera tossica”, anzi. Fa riflettere nei silenzi ponendo però il dialogo al centro del rapporto. Ha volontà di ricucire gli strappi, ma non si vergogna di considerare anche la possibilità più difficile, sapendo che il legame, al di là di come finirà, non potrà essere messo come polvere sotto a un tappeto, ma che invece sarà sempre un faro per ritrovare un porto sicuro.

Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato”
Tornare sulle scene e a Sanremo con un pezzo del genere: forse solo il cantautore, chitarrista meneghino poteva farlo. Il “Joker”, il “Poeta Maledetto” – come si è definito ed è stato definito – ha tirato fuori, dopo una gestazione lunga anni, una canzone che potrebbe essere aggettivata tranquillamente come “Miliare”, al netto dell’apprezzamento o meno della critica.

“Una telefonata allunga la vita”, a volte, in altre circostanze te la scuote ribaltandotela e mettendoti davanti a un crudo capitolo dell’esistenza, che pareva congelato.

Ciao papà o addio papà
Io ti perdono
Le mie lacrime sono sincere
Ma c’è chi non lo farà
Tu accettala la verità
E in mezzo a chi finge cordoglio
Sarò il tuo orgoglio
Perché chi ha troppa libertà
Non ha parole
Quando fa male ma male davvero
Sono coltelli che cadon dal cielo
Fan sanguinare anche l’uomo più duro
Anche se son cresciuto da solo
A modo mio
Sì e tu sai a modo mio


Non c’è un singolo verso di questa canzone portata a Sanremo che non si possa o non si debba vivere in apnea, a proposito di mancanza di fiato. La schiettezza dell’artista nei confronti del padre e del complicato rapporto con lui è talmente potente da provocare momenti seriali di destabilizzazione emotiva. L’intensità del brano non si baratta: tutto o niente per una cosa così.

E Grignani, che è un artista che ha vissuto sempre col piede sul pedale dell’acceleratore, spesso pagando anche il peso di scelte sbagliate, ha scelto di non “fare accordi con i ricordi” mettendoci giustamente e straordinariamente tutto sé stesso.

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