Indie-rock, britpop e new wave si uniscono in Bartolini per un’ora e mezzo di concerto al Monk di Roma, città che ospita ormai da molti anni il cantautore calabrese. In scaletta i brani del nuovo album “Bart Forever”, in cui Bartolini dimostra la sua trasversalità e capacità di saper sperimentare, senza dimenticare il precedente album “Penisola” e brani del passato come “Penelope”, “Diverso” e “Like”, con cui ha chiuso lo show. Ospiti sul palco Drast e Lil Kvneki.
L’immaginario cantato da Bartolini ha il sapore delle prime sigarette, l’energia dei fulmini nelle notti temporalesche, la disperazione delle pistole puntate contro se stessi, la solitudine e la magia dei treni persi e i rimorsi delle parole non dette. C’è la voglia di ricostruirsi dopo un lutto importante, la volontà di ritrovare il proprio equilibrio interiore dopo un’emergenza sanitaria che ha cambiato il mondo e ricominciare a vivere e cantare al mondo.
Sul palco il cantautore ventisettenne, ispirato da Jean Dawson e Dominic Fike, ha portato il suo “omaggio all’adolescenza” e la certezza che resterà per sempre così: semplicemente “un bambino di provincia”.