
“It’s Over” è il nuovo singolo di Pica (all’anagrafe Rossana Pica), cantautrice milanese rock-blues dalle influenze country e indie. Scritto dall’artista insieme a Martine Domino, il brano nasce come piccolo canto di protesta al quale si aggiunge un sound rock contaminato da percussioni africane.
La canzone vuole «dare voce a chi voce non ne ha», le parole «si sono cucite quasi da sole addosso» alla linea melodica che conteneva già al suo interno «la grinta e la rabbia di scuotere chi non vuole credere che i cambiamenti in meglio siano possibili». Per questo Pica afferma che bisogna sempre «darsi da fare e lottare per gli ideali di giustizia e uguaglianza»…

Ciao Pica! “It’s Over” nasce con l’idea di dare voce a chi non ne ha. Hai pensato a qualcuno in particolare durante la scrittura?
Ciao! Questa canzone è nata in maniera molto istintiva, mi riferisco in particolar modo alla stesura della melodia e del testo nel ritornello, ma se devo pensare a qualcuno che mi ha ispirato devo tornare indietro all’inizio del 2019. Prima dello scoppio della pandemia ero andata a fare un viaggio a Capo Verde. Quello che passa in televisione non ha la stessa forza di quello che si vede dal vivo in prima persona. Durante un’escursione in una favelas al centro dell’isola di Sal sono rimasta senza parole nel vedere qualcosa che assomigliava solo lontanamente a delle case, ma ricordava molto di più una discarica. Rendermi conto che in quell’ammasso di rottami vivevano, o meglio sopravvivevano, delle persone mi ha scosso molto. “It’s Over” mi fa venire in mente quella baraccopoli ogni volta che la canto. Ed il ritornello esplode per farsi sentire e denunciare queste orribili realtà che spesso vengono ignorate da una società consumistica.
Nel ritornello canti “you can’t say it’s over, if you never wanna try”. Hai qualche rimpianto nella tua vita? C’è qualcosa che non hai mai provato a fare?
Hai centrato il punto. Devo dire che nel corso della mia vita ho spesso aspettato che qualcosa accadesse, ho più volte creduto che dovessero essere le persone a bussare direttamente alla mia porta. La pigrizia a volte, e la paura di essere giudicata altre volte, ha fatto sì che non cogliessi al volo alcune opportunità. Ma penso che ci sia sempre tempo per cambiare rotta ed il detto “non è mai troppo tardi” funziona solo se cominci a credere che sia davvero così. Questa canzone è il treno sul quale voglio salire, poi vediamo dove mi porterà.
Alla luce di quanto sta succedendo in Iran – l’uccisione di Masha Amini da parte della polizia per non aver ‘indossato correttamente’ il velo, le proteste in piazza e l’arresto dell’italiana Alessia Piperno – ti senti di dedicare “It’s Over” anche a tutte le donne che stanno lottando per la loro libertà?
Quello che succede ancora oggi in alcune parti del mondo per me risulta totalmente inconcepibile ed inaccettabile. Sono consapevole che esistono culture molto diverse in tante parti del mondo, e so anche che quello che per noi è normale, per altre culture è strano e viceversa. Però penso che certi episodi, come quello in Iran a danno della povera Masha Amini, sia un segno di grave arretratezza culturale e mentale. Le donne purtroppo sono quasi sempre state le vittime numero uno di episodi di violenza e soprusi da parte di uomini o della società in generale, e molte donne che nel corso della storia hanno cercato di lottare per i propri diritti di libertà facendosi paladine di giustizia hanno pagato con la propria vita. Spero che questa canzone possa in qualche modo dare voce a tutte le donne che continuano a lottare per qualcosa che dovrebbe essere un diritto inviolabile, la libertà.
“It’s Over” e “In The Country” andranno a comporre il tuo terzo disco. Sarà un album molto americano come i primi due brani?
Sì, a differenza dei miei primi due album, dove la scrittura è prevalentemente in italiano ed il sound è pop rock, in questo terzo album che sto realizzando con l’arrangiatore Andrea Trapasso, la ricerca è verso un sound più internazionale, dal rock americano alla musica British. Ultimamente sto ascoltando molte canzoni oltreoceano o comunque europee e sconfinare dall’Italia per me è molto stimolante perché riesco a trovare sonorità più affini al mio modo attuale di sentire la musica. Anche la scrittura in lingua inglese è diventata una necessità, perché riesce ad assecondare al meglio le melodie che ultimamente creo. Quello che mi piace molto delle canzoni che andranno a costituire il mio nuovo LP è il fatto che ognuna avrà caratteristiche uniche e quindi si spazierà dall’indie rock al country e al blues, per finire con contaminazioni elettroniche e qualcosa di electro-dance. Ritmiche che difficilmente si ripeteranno per canzoni dove si affronteranno tante tematiche diverse, che spero possano piacervi ed anche, perché no, stupirvi.

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