Claudym: “Metto In Luce Le Mie Imperfezioni Per Renderle Punti Di Forza”

“Un-Popular” è l’EP d’esordio della poliedrica cantautrice Claudia Maccechini in arte Claudym, in cui si alternano gioia, rabbia, disillusione, incertezza e speranza. L’artista milanese (già intervistata da noi a Radio Statale) mostra i suoi punti di forza e quelli di debolezza, esibendo con fierezza quelle ferite che ha imparato a curare con il tempo. Sarà sabato 28 maggio sul palco del Mi Ami.

Sei tracce (inclusa una cover dei Verdena) in cui Claudym si spoglia e ognuno può immedesimarsi nei testi perché, riprendendo il titolo, un po’ tutti almeno una volta nella vita ci siamo sentiti incompresi e “impopolari”.

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Ecco la nostra intervista a Claudym!

Claudym, esce venerdì 6 maggio l'EP d'esordio "Un-Popular"
Claudym – Copertina “Un-Popular”

Ciao Claudia! Perché hai scelto come titolo del tuo primo EP proprio “Un-Popular”? Mi ha ricordato molto il libro di Freya Dakets (Unpopular): una ragazza ‘impopolare’ che poi alla fine trova il suo posto nel mondo e cambia punto di vista sulle persone.
Volevo che questo titolo fosse una sorta di manifesto di quello che sono, musicalmente e personalmente. Ho giocato sul concetto di pop underground, che è un genere musicale al quale mi hanno accostata da subito (per questo “Un-popular” col trattino), ma allo stesso tempo autodefinirmi impopolare per le mie scelte e il mio vissuto. Mi piace scherzare e mettere in luce le mie imperfezioni, rendendole poi punti di forza.

“Sad Love” ha una melodia quasi anni ’60 con una base electro-dance. Com’è nata la canzone? Parla di qualcuno in particolare?
L’ho scritta questa estate ed era, tra l’altro, un pezzo triste (accordi totalmente diversi) nato dopo aver ascoltato il brano di un artista di cui non rivelerò il nome ahaha. Diciamo che è conosciuto per i suoi eccessi e nella sua canzone si rivolgeva alla ragazza dopo la fine della loro storia; non so che viaggio mi sia fatta, ma ero così dentro al brano che mi è venuto spontaneo rispondergli, immaginandomi in una relazione di quel tipo.

Nell’EP c’è “Razzi Arpia Inferno e Fiamme” dei Verdena, già nota al pubblico. Cosa ti lega alla band bergamasca? E perché l’hai scelta come unica cover?
Ne ho sempre apprezzato la capacità di differenziarsi da tutto il resto. Sono legata a quel pezzo in particolare perché lo ascoltavo sempre al liceo ed è il mio preferito. In generale, la cosa che più mi ispira dei Verdena, mi da conforto e mi fa sentire vicina a loro è l’uso che fanno delle parole. I loro testi sono misteriosi, per certi versi incomprensibili, ma riescono sempre a comunicarti qualcosa. Lo trovo un approccio super interessante, in un contesto musicale (quello italiano) che fa della parola il centro di tutto. A volte la necessità di dare un significato chiaro e comprensibile del testo uccide la magia della canzone.

Nelle 6 canzoni di “Un-Popular” si alternano gioia, rabbia, tristezza, paura e illusione. Credi di essere riuscita ad esprimere al meglio tutte le sensazioni che porti dentro oppure manca ancora qualcosa?
Penso di essere riuscita a esprimerle tutte contestualmente al periodo di vita in cui le ho scritte. Se lo facessi adesso probabilmente amplificherei tutto: la gioia sarebbe euforia, la rabbia ira, e via dicendo.

Sei stata definita dalla stampa di settore ‘la Billie Eilish italiana’. Intanto ti chiedo, cosa ne pensi? E poi, con quale artista italiano o straniero ti piacerebbe fare un featuring?
È un accostamento che non ho sempre vissuto bene perché lo prendevo come una mancanza di riconoscibilità da parte mia. A mente fresca, mi rendo conto della potenza: Billie Eilish è un’artista incredibile che, assieme ad altre, mi ha dato tanto. Ancor più che a livello musicale, penso sia riuscita a portare nel mainstream un esempio di femminilità “meno visto”. Sono sempre stata affascinata da questa tipologia di artiste e donne (la mia Spice preferita da piccola era Mel C, mi piacevano Anouk, Avril Lavigne, ecc.), quindi la prima volta che l’ho vista mi sono sentita naturalmente vicina a lei.
Ci sarebbero tantissimi feat. Sparandola in grande e pensando a qualcosa in linea con la mia musica, impazzirei per un feat con i Twenty One Pilots.

Da “Come” ad “Apatia” c’è un saliscendi di sentimenti gioiosi e momenti nostalgici in cui anche le debolezze possono diventare punti di forza. Ma quali sono le debolezze di Claudym?
Penso che la mia debolezza più grande sia il muro che mi sono messa davanti nel corso degli anni, ma pian piano lo sto distruggendo. So che posso dare di più agli altri, ma ho avuto dei momenti difficili che mi hanno portata a conservare molto di me, per paure varie. Vorrei vivere molto più liberamente, ma l’EP è stato terapeutico in questo.

Il 28 maggio sarai per la prima volta sul palco del Mi Ami. Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua performance? Ci sarà qualche ospite?
Tanta energia e divertimento, anche perché ci sarà pure Sethu e non vedo l’ora di spaccare tutto con “A/B”.

Ti vedremo in giro per l’Italia questa estate a presentare “Un-Popular”?
Stiamo chiudendo un po’ di date che presto annunceremo. Ci saranno delle belle sorprese.

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