
Secondo la Treccani la transizione è un <<passaggio da un modo di essere o di vita a un altro, da una condizione o situazione a una nuova e diversa>>. Gli Smashing Pumpkins si sono girati verso il passato e ora provano lo scatto in direzione del futuro. La storia ci insegna che per poter conoscersi è necessario imparare la storia. Imparare dalla nostra storia per non rifare gli errori del passato. O, nel caso di Billy Corgan e soci, per non ricadere nel vortice di una musica alternativa che ha contraddistinto i loro anni ’90.
Ironico come proprio nell’anno del 25esimo anniversario di “Mellon Collie & The Infinite Sadness”, primo doppio album delle zucche del 1995, la band ritorni con il secondo doppio album della propria storia. Quasi a ricominciare a tracciare un nuovo sentiero con i sassolini del rock. Quando il foglio non ha più spazi, è proprio lì che arriva l’esigenza di girarlo e di riempire l’altro lato con nuove idee e progetti.

Billy Corgan è inclusivo, ha il potere di comprendere in sé un’intera band e di portare il cruccio delle critiche. Ma è anche esclusivo, unico, che tende ad escludere chi non sia lui. Come dopo “Machina” e quella decisione di split up che ha ucciso i fan del rock mondiale per varie cause: critiche egoistiche interne, problematiche personali e assuefazioni, intimazioni e chissà cos’altro. Nel 2007 poi è l’era di “Zeitgeist” e una nuova veste degli Smashing Pumpkins che fino alla metà degli anni ’10 si sono portati dietro almeno una presenza femminile sul palco. L’eredità di D’Arcy è arrivata tra le dita prima di Ginger Reyes e poi di Nicole Fiorentino. Quote rosa fatte da parte con l’arrivo di Jack Bates al basso – ad esclusione di Katie Cole alle testiere.

Da “Cyr” inizia la fase di transizione che porterà alla nuova veste degli Smashing Pumpkins: con il primo volume (ce ne saranno altri?) di “Shiny And Oh So Bright” la band era ancora troppo Corgan-centrica. Qui si parla di un lavoro collettivo che abbraccia diverse sonorità e mondi. Prima viziati da Billy, ora viziati con Billy. Perché James, Jimmy e Billy sono tornati ad essere i compagni di merenda degli anni ’90. Nel frattempo hanno 30 anni in più, figli, progetti, una vita da portare avanti e la consapevolezza che i soldi si guadagnano continuando a fare l’unico mestiere di cui si ha arte e memoria. Il musicista. Sì, ma degli Smashing Pumpkins.
Dalla funzione sussidiaria, “Cyr” esamina al microscopio le volontà delle zucche degli ultimi due anni e li porta su un piano sperimentativo in cui il digitale è il nuovo pane di Corgan, esattamente come la psichedelia fu per i Jefferson Airplane e per i Grateful Dead. C’è il sound 90s di “Siamese Dreamt”, ci sono i synth di “Oceania” ma anche la devozione alla drum machine marchio di “Ava Adore”. Il trio (con l’aggiunta di Jeff Schroeder) prende dal pozzo delle vecchie emozioni, per creare un porto non più vergine di incontri, facendo razzia dai vecchi album con i vecchi membri. Per guardare a un nuovo percorso, sempre con i soliti compagni di una vita.