ED SHEERAN: la recensione di “No. 6 Collaborations Project” (2019)

NOME

Ed Sheeran

GENERE

Pop

ESORDIO

Ed Sheeran (2006)

ULTIMO ALBUM

No. 6 Collaborations Project (2019)

COPERTINA

copertina album "No. 6 Collaborations Project" Ed Sheeran

ELENCO CANZONI

Beautiful people
South of the border
Cross me
Take me back to London
Best part of me
I don’t care
Antisocial
Remember the name
Feels
Put it all on me
Nothing on you
I don’t want your money
1000 Nights
Way to break my heart
Blow

VIDEO/SINGOLI DALL’ALBUM

PUNTO DI VISTA

Nel 2011, quando ancora era un artista indipendente sconosciuto al grande pubblico a metà del suo stacco da terra (quindi in cerca di una deriva discografica) Ed Sheeran realizzò un EP intitolato “No.5 Collaborations Project”: una serie di duetti con artisti affermati provenienti dalla scena del Regno Unito. Grazie a quel piccolo excursus antologico, qualche preghiera alla sua buona stella, una manciata di hit e pochi mesi più tardi, la sua carriera esplose in maniera esponenziale, facendogli calcare via via arene sempre più prestigiose e raggiungere risultati mai calcolati prima nello star system.

Un nuovo big bang nel già popolato multiverso commerciale, così fragoroso da fargli assumere in brevissimo il ruolo di popstar itinerante di maggior successo al mondo. Passano infatti otto anni, Edward cresce artisticamente e contrattualmente, firma tre album multi-platino (“Plus”, “Multiply” e “Divide”, album più popolare di tutto il 2017) e registra centinaia di arene sold-out. Su Spotify ha più seguaci di qualsiasi altro artista esistente, e la sua carriera pop è ormai fra le più dominanti di sempre. Il motivo di questo straripante cursus honorum è da ricercarsi forse proprio nella sua semplicità. C’è chi lo dipinge (a torto) come la classica popstar teen-idol tutto struggenza e pathos strappalacrime, chi invece approfondisce e realizza che nel roscio di Halifax risiede un’anima soul dalle tinte Rhythm and Blues, sotto le apparenze imperfette di un ragazzino timido, introverso, che non bada alla forma fisica e dall’aspetto di un giovane Fra Tuck rossiccio.

Ed Sheeran in concerto negli stadi di Roma e Milano e al Firenze Rocks a giugno 2019

Ed è ed ha (difficile gioco di parole) una forza compositiva umile dal temperamento gentile, che sicuramente si affianca al fiuto di Madonna per ciò che rappresenta il gusto del momento, ma che al di là delle musiche catchy e facilone è giustificata da un poliedrico talento cristallino (quanti altri generi deve esplorare per convincervi che non è Bieber, Shawn Mendes, Nick Jonas, Charlie Puth, ecc. bensì il più forte di tutti?) influenzato da radici irish e rafforzato da un’imponente dedizione pratica (“Non dirmi quanto talento possiedi.. dimmi quanto lavori sodo!” sosteneva il pianista Arthur Rubinstein). Ne sono dimostrazione i suoi live, composti interamente da lui, chitarra, microfono e loop station. Arrivato a questo punto, più per semplice disimpegno da rilascio tensivo che per ostinata confidenza nella sua buona stella, decide, perché no, di concedersi uno sfizio, e di tornare al formato guest-heavy. Nasce così “No.6 Collaborations Project”, un album guidato dalla logica di un dj (DK Khaled, produttore discografico di stampo hip hop), un disco imperniato di collaborazioni come un evento all-star, motivato dal puro spirito di goliardia, ma progettato per il massimo impatto commerciale. Ed è di nuovo un altro successo di pubblico.. per la gioia di tutti i suoi detrattori, e buona pace dei suoi sostenitori. O viceversa.

Il disco si compone di quindici brani realizzati con la partecipazione di svariati artisti, tra i quali Bruno Mars, Chance the Rapper, Eminem, Justin Bieber e Skrillex. Chiaramente non si parla dell’ideale seguito di “÷”, l’album del 2017 ma una sorta di prosecuzione di un EP che 8 anni prima contava la metà dei brani.

Ed Sheeran è tornato con il nuovo singolo "Cross Me" insieme a Chance The Rapper e PnB Rock

Il punto di forza di questo sesto album in studio del cantautore britannico, marchiato 12 luglio 2019 dalla Atlantic Records, è che non essendo un disco ‘ufficiale’, permette al cantautore ventottenne di uscire fuori dalla sua comfort zone, dal controllo, dalla semplicità e dalla calma che lo contraddistinguono. Modella quindi una forma di playlist o mixtape, al cui interno c’è un po’ di tutto: il pop, l’r&b, la musica latina, l’hip hop, l’elettronica, il rock.

In “No.6 collaborations project” convivono le sue diverse sfumature: il teen-idol delle ballate strappalacrime (“Best part of me” feat Yebba, “Way to break my heart” feat Skrillex), la popstar che infiamma gli stadi con i suoi inni generazionali e le grandi spalle (Bieber, al quale rifila brani dance pop molto leggeri come “I don’t care”, oppure Stormzy incastonato in “Take me back to London”, 50 Cent e un campionamento di “So fresh, so clean” degli Outkast), ma anche lo sperimentatore che sforna pezzi ad altissimo rendimento (“Cross Me”, “Take Me Back To London”, “Blow” ed “Antisocial” saranno le cosiddette mine del 2019).

Quello che dovrebbe essere un disco concepito per svago e senza troppe pretese, un divertissement d’intermezzo fatto di canti e danze generato dallo spirito d’unione, indirettamente definisce l’esplosiva ascesa alla ribalta di Sheeran, proiettato direttamente ai vertici del sistema: qui infatti, nel presente, è l’ideale centro attorno a cui, adesso, ruotano i giganti che lo aiutarono a decollare, del calibro di Eminem (che già nel 2017 fu arruolato per un featuring nell’album “Revival”) o Justin Bieber (che già nel 2015 firmò con Ed Sheeran la famosissima hit “Love yourself”), così come le nuove leve del pop e del rap. La popstar può infatti permettersi di pubblicare un Long Playing di sole collaborazioni senza rischiare, e questo potere (riservato a pochi oligarchi della musica) gli dà la fiducia e la leggerezza di parlare anche di faccende personali senza che l’essenza ludica dell’impasto si perda nella produzione.

Orari, regolamento e info utili per il concerto di Ed Sheeran domenica 16 giugno 2019 allo Stadio Olimpico di Roma

“Perché non mi interessa nulla quando sono con la mia piccola, tutto ciò che c’è di brutto scompare”Sheeran comunica infatti il suo affetto per la moglie Cherry (fresca dello scorso anno) attraverso un’appassionata ripetizione lirica: l’amore salvifico, la tematica ricorrente della superstar in crisi per la pressione mediatica e per le aspettative (conseguenti ai 150 milioni di copie vendute), la cui unica salvezza è la felicità coniugale. All’interno di un album integrativo ha tempo di creare una sottile linea narrativa che esplora la tensione tra l’ansia sociale (che ha sviluppato a causa della sua fama internazionale) e il suo unico antidoto – l’amorevole abbraccio di sua moglie Cherry (“I Do Not Want Your Money”, “I Don’t Care”, “Feels”, “Best Part Of Me”)

Non mancano comunque più che piacevoli sorprese in una raccolta forse troppo unidirezionale: “South of the Border” con Camila Cabello e Cardi B interseca sonorità trap latine con musicalità pop immediate, “Cross Me” e “Take Me Back to London” mostrano sfaccettature dell’usignolo ramato quasi completamente inesplorate, con sottofondi alternative R&B e hip hop alla The Weeknd e Fort Minor (già in “Take It Back” di “Multiply” mostrava le sue capacità con la paradigmatica frase “I’m not a rapper, I’m a singer with the flow“). Ma di sicuro non lo si era mai sentito prima in ritmiche neopsichedeliche e dubstep come quelle di Travis Scott, o in sonorità hard rock striate di bluegrass appannaggio di Chris Stapleton – che forse gli regalano i pezzi più forti dell’intera tracklist: “Antisocial” e “Blow”.

James Bay e Zara Larsson apriranno i concerti di Ed Sheeran negli stadi di Roma e Milano

Insomma, il quadro generale è quello di un inatteso album di sole collaborazioni, facile, senza sforzo, poco sostenuto o originale. Eppure, anche al suo interno si distingue la qualità della produzione, l’accattivanza di certi riff, la forza di certi brani, la perfetta intonazione di una delle voci più distinguibili di questi anni. Che è oramai perfettamente in grado di dettar legge sulle hitlist mondiali senza dover più attingere alla sua, apparentemente intramontabile, buona stella.

VOTO: 6,5

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