A PERFECT CIRCLE: la recensione di “Eat The Elephant” (2018)

NOME

A Perfect Circle

GENERE

Alternative-Rock

ESORDIO

Mer De Noms (2000)

ULTIMO ALBUM

Eat The Elephant (2018)

COPERTINA

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ELENCO CANZONI

Eat The Elephant
Disillusioned
The Contrarian
The Doomed
So Long, And Thanks For All The Fish
TalkTalk
By And Down The River
Delicious
DLB
Hourglass
Feathers
Get The Lead Out

VIDEO/SINGOLI DALL’ALBUM


PUNTO DI VISTA

Ci sono voluti 14 anni per svegliare gli A Perfect Circle dal torpore. Criogenizzati da ben più di un decennio la super band formata da Maynard James Keenan (Tool, Puscifer), Billy Howerdel, James Iha (The Smashing Pumpkins) e i nuovi Matt McJunkins (Eagles of Death Metal) e Jeff Friedl (Puscifer, Filter), rispettivamente al basso e alla batteria, hanno finalmente dato alla luce il proprio figlio già adolescente Eat The Elephant.

L’album si apre con la title track in cui batteria e piano dominano dall’altopiano musicale, un’introduzione dolce in cui la voce di Keenan ci prende per mano in un labirinto senza uscita e ci mette di fronte l’evidenza dei fatti, la cupidigia e “l’ossessione per il silicio” invitandoci a lasciarsi andare e ad amare le piccole cose così come sono (“Lie supine away with your back to the ground, dis- and re-connect to the resonance now, you were never an island” – Sdraiati supino con la tua schiena al suolo, Disconnesso e ricollegato alla risonanza, Non eri mai stata un’isola). Vai per la tua strada, non curarti di tutto ciò che ti circonda, questo è l’invito del cantante membro anche di Tool e Puscifer.

A Perfect Circle dal vivo a Verona e poi a dicembre nei palazzetti di Milano e Roma

Il primo singolo estratto, The Doomed, rispetta i canoni classici degli APC: rabbia, rock e intermezzo musicale pomposo ad accarezzare le corde del prog-rock. Poi il pop  che sfocia in un riff di chitarra facilmente riconoscibile e quasi estivo: So Long, And Thanks For All The Fish. Il titolo del brano è tratto da Guida Galattica Per Gli Autostoppisti, celebre serie di romanzi ad opera di Douglas Adams: la traccia è una meditazione sul fenomeno culturale della morte delle celebrità con citazioni su Willie Wonka, Major Tom, la Principessa Leia e Marilyn Monroe. Una ballad pop a tutti gli effetti.

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TalkTalk è una piovra che scivola dalle mani, silenziosa e sibillina, mentre By And Down The River e Delicious rispettano i canoni classici degli A Perfect Circle ma con aperture a un cuore pop che non esisteva in Mer De Noms e Thirteenth Step.
L’album si chiude con Get The Lead Out, che nulla avrebbe da invidiare a Where Is My Mind? dei Pixies come sigla di chiusura di Fight Club, celebre film del 1999 di David Fincher.

Eat The Elephant è un monito, un invito all’azione: mangia l’elefante, non perché sia il più pericoloso mammifero che cammina sulla terraferma ma semplicemente perché è il più grosso di statura. Non importa se ti fa del male, se ti tocca, può farlo, uccidilo. Gli A Perfect Circle parlano della paura dell’uomo verso le entità più grandi (politici, animali, loro stessi) grazie anche al nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump (per merito suo almeno di sono svegliati dal torpore durato anni) e si riuniscono nuovamente dopo 14 anni in studio per dare alla luce un disco che sà di prog (Porcupine Tree, Dream Theater), quanto di oscuro dark pop alla Depeche Mode.

VOTO: 8

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