I Boys Like Girls sono tornati con il loro nuovo album “Sunday At Foxwoods”, il loro primo progetto in 11 anni. Martin Johnson e compagni regalano così nuova musica al loro pubblico dopo “Crazy World” del 2012.
“Non sono proprio un cantante da falò, ma al terzo o quarto appuntamento con la mia attuale moglie mi ha chiesto di suonarle una canzone. Non so perché, ma ho preso la chitarra e ho iniziato a suonare ‘Cry’ davanti a qualcuno per la prima volta”, ha detto Johnson a proposito del singolo “Cry”. “È successa una cosa pazzesca… ho sentito la canzone nel modo in cui avevo sempre voluto. Le parole che cantavo erano vere… e lo erano per lei. Per me, ogni canzone è una cosa viva, che respira. Alcune sono nate prima del tempo. Alcune devono solo farti sentire bene, altre hanno un grande scopo. A volte, quando scrivi, stai raccontando una storia vera, ma a volte è una storia inventata. A volte le parole suonano bene e lo si capisce dopo. Per questa ci sono voluti anni prima che si rivelasse”.
Ha continuato il leader dei Boys Like Girls: “La mia speranza è che ‘Cry’ trovi il suo scopo e il suo significato per l’ascoltatore un po’ più velocemente di quanto sia servito a me. Ancora più importante, la mia speranza è che trovi le orecchie di chi ne ha bisogno. Un paio di settimane fa io e Beef eravamo seduti nel mio furgone fuori dallo studio, ascoltando criticamente i mix del nostro primo album insieme dopo una dozzina di anni. Alla fine di ‘Cry’, ho guardato verso il sedile del passeggero e l’uomo più duro che conosco aveva le lacrime che gli scendevano sul viso e sulla barba. Ci siamo abbracciati e abbiamo pianto insieme in macchina, due vecchi amici che fanno ancora musica insieme, che si spingono a vicenda a essere musicisti e uomini migliori 20 anni dopo il nostro incontro nel 2003. Anche se questo è solo per noi, so nel mio cuore che è valsa la pena aspettare il momento giusto. E dopo 10 anni di attesa, sono finalmente pronto a cantarla e siamo finalmente pronti a condividerla con voi. il momento è giusto”.
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