Gabriele Esposito: «Cerco di far vincere l’amore. X-Factor? L’anteprima di tante cose»

Gabriele Esposito

“Si M’Annamor'” è il nuovo singolo di Gabriele Esposito, un brano leggero e spensierato caratterizzato dal suono di un semplice ma efficace riff di chitarra, in cui l’artista racconta la paura che si prova nella fase dell’innamoramento. 

“Le cose più belle, come innamorarsi, sono spesso quelle che ci fanno più paura. Amare ci rende vulnerabili, ci cambia al punto di non riconoscerci più e di non riconoscere la vita alla quale eravamo abituati”, commenta Gabriele Esposito.

Gabriele Esposito "Si m'annamor"

Ciao Gabriele! Come nasce “Si M’Annamor'”?
“Si M’Annammor'” nasce quasi un anno fa, è nata veramente di getto in studio con il mio amico e collega Armouann, la linea melodica e il testo hanno preso forma insieme al giro di chitarra, così anche il riff di mandolino principale (che in realtà è una chitarra classica modificata), e la stessa notte il producer Kreed è arrivato in studio e l’ha vestita con una drum e basso hip-hop pieni di ciccia, come diciamo noi!

Hai detto che “le cose più belle, come innamorarsi, sono spesso quelle che ci fanno più paura”. Ma tu hai paura di innamorarti?
Penso di aver avuto a che fare un po’ di volte con l’amore, sto cercando di lasciarlo vincere sempre di più.

Qual è la follia più grande che hai fatto per amore?
Di sicuro le canzoni sono una forma di follia!

Cosa spinge un giovane cantautore napoletano a cantare nella sua lingua madre? Quanto sei attaccato alle tue radici partenopee?
Io in realtà ho iniziato a scrivere la mia musica in inglese, poi dopo un periodo di ricerca artistica e soprattutto umana, tramite l’arte di strada e il confronto artistico, sono arrivato (o tornato) a ciò che sentivo di essere, o che probabilmente alla fine sono, un ragazzo della provincia di Napoli che oltre ai suoi sogni proiettati oltreoceano, ha nel DNA e nella sua quotidianità una serie di modi, ritmi, inclinazioni che possiamo chiamare Napoli, e mi sento ancora veramente all’inizio rispetto allo sviluppo e lo studio di tutto ciò che è Napoli.

Sette anni dopo, cosa ti è rimasto dentro della tua esperienza a X-Factor?
Mi sono rimaste dentro le persone, parlando di Napoli ho conosciuto uno degli amici più cari che ho, nonché collega e portatore di sana napoletanità, Andrea Radice, con cui condivido e ho condiviso tanta musica e passione per tutto ciò che è Napoli. Sicuramente X-Factor è stata un’anteprima di tanti meccanismi artistici e umani che prima o poi se vuoi fare questo mestiere dovrai toccare, mi sento fortunato ad aver avuto la possibilità di lavorare con i professionisti del settore.

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