
Il cantautore statunitense David Eugene Edwards, leader dei Wovenhand, arriva in Italia per due date: mercoledì 4 ottobre al Biko di Milano e venerdì 6 ottobre al Locomotiv Club di Bologna. L’artista presenterà i brani del suo primo album solista “Hyacinth”. Biglietti su DICE.
Nelle canzoni di “Hyacinth” si percepisce una bellezza cupa e un tono stanco del mondo. L’album potrebbe essere considerato un leggero ritorno alle sonorità più melodiche di “Secret South” dei 16 Horsepower (2000) e del primo album auto-intitolato “Wovenhand” (2002). Ma qui c’è di più: una corrente ritmica pulsante che ricorda i loop di nastro e i ritmi rudimentali del post-punk industriale degli anni ’80 e i beat stile 808 Drill. L’effetto complessivo spesso si avvicina al suono del ticchettio dell’orologio che scandisce la nostra mortalità.
Racconta Edwards sul suo primo lavoro: “Hyacinth era una sorta di visione. Un sogno. Ho cercato nel mio vecchio banjo di legno e nella mia chitarra a corde di nylon un percorso nascosto. Segreti che mi avevano tenuto nascosti per tutti questi anni, e ho creato un nuovo Mythos per me stesso di idee o concetti filosofici e spirituali”.
La nascita del primo disco solista di David Eugene Edwards
Fin dall’inizio della pandemia, Edwards trascorse un periodo considerevole in isolamento, ammalato e colpito duramente in tutti i sensi. Una volta imbrigliata la musica dentro di sé, ha arruolato il polistrumentista e produttore Ben Chisholm (The Armed, Chelsea Wolfe, Converge) per aiutarlo a realizzare la registrazione e il mix dell’album.
“Nel complesso, credo che l’album sia un intreccio di narrazioni antiche e moderne, della ricerca da parte dell’umanità di comprendere il mondo in cui ci troviamo e gli altri. In tutta la sua semplicità e complessità”, dice Edwards. “Il giacinto è un riferimento al mito greco di Apollo. E la parola significa una pietra preziosa e un fiore di allodola blu di colore viola e pallido”.