L’amplesso rock dei Maneskin all’Olimpico di Roma

Maneskin Roma

Da Palermo, Bari, Napoli, Firenze ma anche da Stati Uniti, Grecia e Regno Unito, il ‘popolo’ dei Maneskin non delude i propri eroi rock. E ancora mamme e papà al seguito dei figli minorenni, gruppi organizzati in pullman e tende piantate come un accampamento davanti agli ingressi dello Stadio Olimpico di Roma per poter assistere ai due concerti evento del gruppo formato da Damiano, Victoria, Ethan e Thomas.

Come giovedì, anche per la seconda serata sono in 65 mila ad assistere allo show (sold out) del gruppo che ha mosso i primi passi sui marciapiedi di Via del Corso come buskers e, dopo la vittoria di Sanremo e dell’Eurovision con “Zitti e buoni”, è arrivato in cima alle classifiche di tutto il mondo.

Il racconto del concerto dei Maneskin a Roma

Archiviato il “Loud Kids Tour”, prima tournée mondiale nei palasport sold out, e dopo aver partecipato ad alcuni tra i festival principali del mondo – tra cui Glastonbury e Primavera Sound -, i Maneskin sono tornati a casa loro per godersi l’abbraccio del pubblico.

Seconda serata sold out consecutiva allo Stadio Olimpico prima di partire alla volta di San Siro (Milano) per un doppio tutto esaurito il 24 e 25 luglio. Alle 21:15 “Don’t wanna sleep” apre il venerdì rock nella Capitale della band di Damiano David, che si presenta con una vistosa fasciatura sulla mano destra.

«Ciao Roma, fatemi sentire un po’ di casino», sono le prime parole del leader dei Maneskin dopo “Gossip” e “Zitti e buoni”, urlate a squarciagola dai 65 mila spettatori dell’Olimpico, accaldati per i quasi 40° del pomeriggio. Ma anche il cantante romano soffre l’afosa temperatura – «Che cazzo di caldo» – presentando “Le parole lontane” dal primo disco “Il ballo della vita” del 2018.

“Iron Sky” a cappella

«Ieri ho voluto fare una dedica ai miei compagni di viaggio però farla anche oggi mi sembrerebbe ripetitivo – dice Damiano con un attimo di pausa dopo aver girato in lungo e largo per il palco -. L’unico motivo per cui facciamo questo è perché sono vanitoso e mi piace». La premessa serve a presentare “Iron Sky” di Paolo Nutini cantata a cappella dal cantante dei Måneskin.

Victoria e Thomas come Flea e Frusciante

Sono molti i momenti in cui Victoria De Angelis e Thomas Raggi, rispettivamente bassista e chitarrista dei Maneskin, affilano i loro strumenti. Durante “Bla bla bla” i due musicisti scendono tra il pubblico per farsi toccare e idolatrare. L’inizio di “In nome del padre” è tutto loro con una serie di assoli e avvicendamenti sonori che sembrano emulare John Frusciante e Flea dei Red Hot Chili Peppers.

Con “For your love” – «la preferita del nostro chitarrista, che è un semidio», annuncia Damiano -, Thomas raggiunge l’amplesso rock in una consecutio di assoli, fingerpicking e movimenti di hendrixiana memoria. Mentre Victoria decide di vivere la sua ‘orgia sonora’ in mezzo al pubblico, lasciandosi trasportare dall’amore dei fan.

«Volevate i Muse? Se ne sono andati»

Uno dei momenti più iconici è rappresentato da “Mark Chapman”, brano estratto dall’ultimo “Rush!” che riporta il nome del killer di John Lennon, in cui Damiano risalendo sul palco dopo un breve tuffo tra la gente dice, intercettato dalla telecamera, “Forza Roma”.

«Siamo arrivati all’ultimo pezzo della nostra scaletta. Volevate i Muse? Bè se ne sono andati – il frontman dei Maneskin richiama così per l’ultima volta le urla del pubblico -. Questo è un momento bellissimo perché questo pezzo è “Cool Kids”». Sul palco con i quattro musicisti romani salgono dei ragazzi del pubblico per fare festa tutti insieme. Nei bis la catartica “The Loneliest” e, «prima di andare via», “I wanna be your slave”. «Grazie per essere venuti – ringrazia la voce dei Maneskin – ci vediamo tra due giorni a Milano, allo Stadio San Siro…e a fanculo chi ce vuole male».

Il Palco dei Maneskin

Estensione naturale della band, il palco ha accompagnato la performance di Damiano, Victoria, Thomas, e Ethan grazie a due megaschermi laterali, oltre 650 corpi illuminanti , laser statici e più di 40 getti motorizzati di fiamme installati lungo tutto il perimetro. Grazie a due passerelle motorizzate di 35 metri, i beniamini rock riescono a unirsi al proprio pubblico, regalando anche un intenso momento acustico (“Torna a casa”, “Vent’anni”), facendosi spazio in mezzo alla folla del prato.

La scaletta del secondo concerto allo Stadio Olimpico di Roma dei Maneskin

  1. “Don’t wanna sleep”
  2. “Gossip”
  3. “Zitti e buoni”
  4. “Own my mind”
  5. “Supermodel”
  6. “Le parole lontane”
  7. “Baby said”
  8. “Iron Sky” (a cappella)
  9. “Bla bla bla”
  10. “Beggin'”
  11. “In nome del padre”
  12. “For your love”
  13. “Coraline”
  14. “Gasoline”
  15. “Timezone”
  16. “I wanna be your slave”
  17. “Torna a casa”
  18. “Vent’anni”
  19. “La fine”
  20. “Mark Chapman”
  21. “Mammamia”
  22. “Cool kids”
  23. “The loneliest” (Bis)
  24. “I wanna be your slave” (Bis)

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