VV: «Non ho paura di rimanere fuori dalla logica degli algoritmi: per me la musica è autenticità”

VV - Foto di Simone Biavati
VV – Foto di Simone Biavati

A un anno dal suo album d’esordio VV (vero nome Viviana Colombo) ritorna con l’edizione deluxe di “Ami pensi sogni senti” arricchito di tre nuovi brani: “Pongo”, “La domenica sul divano” feat. Bais e “Lento lento lento” feat. Gaia.

Con “Ami pensi sogni senti”, uscito nell’aprile 2022 e presentato al Concertone del Primo Maggio a Roma, VV si è guardata dentro e attorno, rivolgendosi a chi sa ascoltare veramente. Queste tre nuove canzoni completano un discorso iniziato nel precedente disco e aprono a un nuovo ciclo.

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È passato un anno dall’uscita del tuo primo album “Ama pensi sogni senti”. Come mai hai deciso di pubblicare ora questi tre nuovi brani?
In realtà non c’è un ragionamento dietro. Sono state le ultime cose scritte. Singoli buttati fuori a caso non mi convincevano, mi sentivo ancora ancorata a quel disco e volevo così dargli un’ultima forma. “Pongo” è una canzone molto intima nella sua universalità, scritta in solitudine. “La domenica sul divano” è un brano che avevo lasciato nel cassetto perché mi mancava un corrispettivo, poi ho trovato Luca Bais che è stato come la ciliegina sulla torta e l’abbiamo messa a posto.

Ma infatti come mai hai deciso di chiamare Bais e Gaia per i due featuring?
Entrambi penso che abbiano quella componente funky che cercavo. Con Gaia è nato sempre per una questione di vicinanza. Siamo amiche e ho lavorato per lei come autrice in “Salina” e “Estasi”. Una sera ero a cena da lei e mi chiese cosa stavo facendo, le feci ascoltare il ritornello di “Lento lento lento” e lei è impazzita, si è messa a ballare insieme a me. Poi le ho chiesto se voleva partecipare, ha detto subito sì. Una collaborazione nata da un’amicizia.

Presentando il disco, un anno fa, hai detto che questo album sei tu, in una piccola grande rivoluzione colorata che vuole far ridere, ballare, sognare e alla fine anche lasciare qualche domanda. Oggi pensi ancora lo stesso oppure sei pronta a un’altra rivoluzione?
Confermo. Soprattutto in “Lento lento lento”, che poi di fatto è l’ultima che ho scritto, c’è un’ulteriore micro rivoluzione perché è un testo che si fa delle domande rispetto al mondo in cui sono immersa mentre “Pongo” sta ancora dentro di me. Quindi sì, è ancora in atto questa piccola rivoluzione. L’edizione deluxe è stata una cosa inaspettata, mi ero messa in testa di lavorare a nuove canzoni, poi questi brani hanno convinto la discografica che ha voluto metterli in una nuova edizione del disco. Si chiude così un cerchio.

Ma sei al lavoro anche su cose nuove?
Sono al lavoro e ogni canzone è un mattoncino per costruire qualcosa per i miei prossimi passi. Non mi pongo limiti, continuo la mia ricerca personale, perché io vivo un po’ la vita attraverso le canzoni, lo faccio perché mi aiutano a ricostruire quello che è il mio vissuto e a farmi crescere come persona.

Sei sempre alla ricerca di stimoli?
Quello sempre. Le sperimentazioni non mi spaventano. Non ho paura di rimanere fuori dalla logica degli algoritmi della musica, per me non è un business ma è una conseguenza di una autenticità, di una genuinità. Non voglio sporcare questa purezza.

Ti manca il palco?
È importante suonare live perché ti rendi conto di come le persone vivono veramente le canzoni. Di che cosa provocano in loro.

Hai partecipato a The Voice nel 2014, poi ci sei ritornata nel 2016. Laureata in psicologia, hai iniziato a lavorare ma poi hai deciso di cambiare strada. Così ti sei iscritta al conservatorio perché sentivi che quella era la tua direzione. Tornerai mica più indietro?
Sicuramente voglio fare musica nella vita e questo sarà per sempre. Ma sono anche aperta a quello che la vita ti porta, bisogna seguire il flusso. Il mio pensiero quando sono andata a The Voice non era quello di fare cover, dopo che mi avevano contattato loro per una video su Youtube per partecipare. Poi la spinta dei miei amici è stata decisiva. La vera parentesi di riflessione è stata la Laurea in Psicologia. Il conservatorio è coinciso con l’inizio della mia carriera. Ho mandato in giro i pezzi e poi è arrivato il contratto con Sony Music Publishing. Insomma non mi è andata male.

VV - Foto di Riccardo Lancia
VV – Foto di Riccardo Lancia

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