Peppe Lana canta l’impossibilità di esprimere la verità nel suo disco d’esordio “Illusioni per l’uso”

“Illusioni per l’uso” è il titolo dell’album d’esordio da solista del cantautore e polistrumentista Peppe Lana. Le 8 canzoni raccontano la provvisorietà della realtà, dei pensieri, delle emozioni, l’impossibilità di esprimere la verità, se non come dimenticanza della natura illusoria della realtà stessa.

Nelle tracce, la canzone d’autore, la grande cura dei testi e il talento autorale e performativo di Peppe Lana si intrecciano al jazz e alla world music in un mix contemporaneo. Racconta l’artista: “Se da una parte l’illusione ci spinge ad immaginare, a considerare un mondo astratto che si manifesta a noi come il canto di una sirena, intangibile, etereo, dall’altra, l’”uso” ci riporta immediatamente al mondo della concretezza, al tangibile, al materiale. La provvisorietà della realtà e dei pensieri si iscrivono in un grande sistema che ha fatto delle canzoni degli “oggetti di consumo”, pillole concrete che ci aiutano ad evadere, a riconsiderare, o semplicemente a dimenticare. Solo dimenticando l’illusione degli alfabeti, l’approssimazione con la quale crediamo di riferirci ad uno stesso oggetto, che sia esso concreto o astratto, con una stessa parola, solo ingannandosi rispetto alla trasformazione di un pensiero, di un sentimento (intangibile, rarefatto) in suono (la voce, i versi e poi le parole) e in segni grafici con i quali le rappresentiamo, riusciamo a comunicare. Così le canzoni provano a raccontare la realtà come potrebbe fare un prestigiatore, utilizzando sistemi di simboli e significanti, mescolandoli, ricreandoli, rimettendo in discussione tutto ciò che fino ad un attimo prima ci sembrava di poter afferrare e subito dopo sembra sgretolarsi per poi coagularsi in una nuova forma, anch’essa illusoria, ma vera fintantoché non se ne indaga la sua origine, la sua natura appunto.”

Le canzoni di “Illusioni per l’uso” di Peppe Lana

Le canzoni contenute in questo esordio da solista sono scrigni di simboli e suoni che sembrano parlare alle parti più nascoste e profonde dell’essere umano, come “Scegliere e cambiare”, brano che apre il disco: “una canzone che mi indica il punto di partenza, ma anche la direzione, il mio posto nel mondo”, spiega il cantautore sicilianoPoi “Mattino”, il racconto di una trasformazione, di un risveglio da una routine vuota e insignificante dove uno sguardo grigio e cupo sulla realtà lascia finalmente spazio ad un raggio di luce che illumina le possibilità di una nuova strada dove non esiste una fine predestinata, ma solo un’opportunità per ridisegnare il proprio destino, ritrovarsi in un abbraccio e scoprire che tutto è illusorio e provvisorio, che un tempo nuovo attende solo chi smette di aspettarlo.

“Canto” è un breve e spensierato affresco sullo scorrere del tempo e delle emozioni. “Libertà” è il primo singolo: il videoclip ha spopolato sul web facendo il giro dei festival di tutto il mondo. “Elogio della lentezza” è un invito a vivere il tempo della magia, quella speciale lentezza in cui si condensano tutti gli elementi necessari per accedere a un tempo nuovo, dove ad ogni passo tutto intorno si mostra più chiaro, più vivo. “Fellini” è un brano frizzante, leggero, estivo. Una storia d’amore fugace e totalizzante. Una sensazione di vertigine apre il sipario di un percorso senza meta, da affrontare passo dopo passo, godendosi il paesaggio sotto un cielo terso, libero da nubi cariche di aspettative e di futuro. “Noi” è una canzone, dal ritmo incalzante e travolgente, racconta la disillusione, il crollo degli ideali, la fine dei vent’anni. Chiude il disco “Aprile”, una ballad pianoforte e voce, intima e sussurrata.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.