
“Dopamina per tutti” è il primo EP del progetto Masu. Un nuovo e definitivo capitolo per la band che emerge finalmente dalle segrete dello studio casalingo di Samuel Pellegrini, artista poliedrico già noto come bassista dei Senura (alt/rock), Bifolchi (folk/rock) e Gran Turismo Veloce (progrock), poi producer e tastierista degli Interiorama (dub/latin) e Domestic Arapaima (breackcore), questi ultimi due attualmente attivi.
Il disco è stato anticipato dai singoli “Annegare” e “L’epilogo dell’uomo”, due brani che ci hanno accompagnato verso “Dopamina per tutti”, per la produzione di Giulio Ragno Favero (Il Teatro Degli Orrori).
Track by track
L’epilogo dell’uomo
Affrontiamo il tema dell’omologazione delle masse e della propaganda che inonda
l’informazione, ipotizzando l’ epilogo di una certa Italietta. La prima stesura di testo e musica è stata scritta da Nico Grassi (chitarra) ed è cambiata pian piano nel tempo passando di mano in mano, in principio era una canzone totalmente elettronica, poi passata dal mio home studio ha preso un aspetto più underground/rock fino ad arrivare all’arrangiamento di Giulio Ragno Favero che ha tolto completamente samples elettronici e sintetizzatori inserendo delle seconde chitarre che ha registrato in prima persona.
Dopamina per tutti
Affronta il tema delle dipendenze e del bisogno di spingerci sempre oltre. Parla anche della voglia di ripetere un atteggiamento negativo per sentire appagato il nostro fabbisogno di felicità. Il testo gioca con molti argomenti che trattiamo anche nelle altre canzoni, ma senza mai essere completamente esplicito o chiaro, come se simulasse un sovraccarico di input da decifrare. Musica e testo sono nati di getto, anche se sono cambiati nel tempo, Giulio ha perfezionato tutto aggiungendo uno special finale, abbiamo poi inserito un solo di sassofono (suonato da Alessandro Riccucci) per staccare dal sound del disco e rafforzare la parte centrale del brano.
Annegare
È una visione nitida ma anche un po’ apocalittica del nostro Bel Paese, riferimenti alla politica ma anche a noi stessi, come recita il testo “guardarsi allo specchio e vedere lo stesso paese malato, dai vicoli delle periferie alle stanze dello stato”.
Rilassati un attimo
Nasce dopo una conversazione tra me e Nico Grassi (chitarra), parlavamo della forte alienazione che attanaglia la collettività e dello strapotere dei ricchi nei confronti dei ceti più poveri. Come recita il finale “Forse l’ unica è di stendervi un po’…la fai facile prova a stenderli un po’!” combattere un certo tipo di élite è quasi impossibile se non con atti rivoluzionari estremi. Affrontiamo anche in questo brano il tema dell’omologazione, facendo però riferimento a quanto sia importante scollegarsi da certi argomenti per ritrovare noi stessi, col desiderio però, di una società più giusta e più coesa.