
“Gin Tonic” è il titolo del nuovo brano di Diego Conti che sarà contenuto nel nuovo album di inediti, insieme alla precedente “Alcolica”. Il brano, firmato anche da Alfredo Rapetti Mogol in arte “Cheope”, porta dentro di sé le influenze rock del primo Vasco Rossi, dei Primal Scream, e dei sabato notte estivi a fare baldoria.
Racconta Diego Conti: “Io sono soltanto un giovane ragazzo come tanti altri che cerca di esorcizzare la paura del futuro, a volte medito, altre mi diverto come posso. Questa canzone è un inno di rinascita nei confronti di quella socialità fatta di divertimento che ci è mancata per troppo tempo. In questi anni così caotici che stiamo vivendo, oltre il denaro, resta l’amore l’oggetto del desiderio comune, quindi usciamo dal girone infernale della noia e scoliamoci un Gin Tonic insieme!”

Ciao Diego! Come e quando nasce “Gin Tonic”? È il tuo cocktail preferito?
Come racconta la canzone “Portami qualcosa da bere, un altro bicchiere, per farmi dimenticare tutte le sere questa vita basta un Gin Tonic, per non pensare più…”, ricordo che ero in questo locale pieno di luci e con la musica a palla per dimenticare le solite paranoie del futuro, e mentre aspettavo che la ragazza preparasse il mio Gin Tonic la mia mente alle 4 di mattina ha iniziato a creare. Ho appuntato subito la canzone sulle note vocali del cellulare, il giorno dopo a casa ho semplicemente preso la chitarra in mano. Successivamente Alfredo Rapetti Mogol “Cheope” ha ascoltato la canzone è gli è piaciuta, così insieme abbiamo terminato e limato il testo. Questa canzone nasce subito dopo la pandemia, quella tosta, infatti per me rappresenta una boccata d’ossigeno. È un rito di ritorno alla gioia e al divertimento, siamo una generazione che ne ha bisogno, lasciateci divertire!!! E sì, è il mio cocktail preferito in assoluto.
Hai raccontato che sei “solo un ragazzo che cerca di esorcizzare la paura del futuro”. Ma qual è la tua paura del futuro?
Sono un ragazzo come tanti altri della mia generazione, pensate che sia facile essere giovani in un’epoca così pandemica, terroristica, di crisi sotto tutti i fronti? C’è un materialismo che mi fa rivoltare il fegato. Siamo drogati di dopamina, per colpa dei social abbiamo sempre la nostra finta dose giornaliera e facciamo sempre più fatica a sentire il brivido fuori. Conosco miei coetanei che non sanno nemmeno più divertirsi, non sanno provarci con una ragazza, e hanno mille paure e mille paranoie, perché questa società non ti fa sentire all’altezza. E invece no cazzo!!! Siamo all’altezza eccome, beviamo un Gin Tonic tutti insieme, e alziamo la cresta e alziamo la testa, la vita è una! Vorrei scappare via, mi viene in mente la scena finale di Trainspotting “il lavoro la famiglia il maxi televisore del cazzo…”.

A livello di sound, “Gin tonic” ricorda il rock di Vasco Rossi e dei Primal Scream. Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Vasco Rossi è al primo posto nel mio ascolto della musica italiana, certamente insieme a Lucio Dalla, Battisti… Per non parlare dei Baustelle, i Negrita, i Litfiba, il rock’n’roll mi fa stare bene!!! Sarà che la vita, o il destino, mi hanno condotto sin da piccolo a loro, ma per me i Rolling Stones sono tutto, ho imparato a suonare la chitarra “ascoltando” Keith Richards, e ho imparato a stare al mondo “vedendo” Keith Richards. Ora ho l’incredibile fortuna di lavorare e scrivere canzoni con Andrew Loog Oldham, original manager scopritore e produttore degli Stones, è una favola. Ricordo poi che, tredicenne, rimasi davanti al televisore eccitato guardando il film concerto dei Led Zeppelin “The Song Remains The Same”… E poi gli Oasis, i Prima Scream, i Beatles naturalmente, Joe Cocker, Dylan, Slash… insomma, quella roba là, la roba buona. Avrei una lista infinita di artisti di quegli anni.

Hai partecipato a X Factor, Amici e Sanremo Giovani. Cosa ti porti dietro da queste esperienze? E quale sarà il tuo prossimo passo?
Ho imparato a gestire le prime piccole gocce di successo… Queste esperienze mi hanno indicato la strada per arrivare a dove sono adesso, ero un bambino pieno di sogni, fragile, timido e puro, ma non avevo ancora trovato veramente me stesso e sbandavo facilmente. Ora sono un ragazzo con le spalle più larghe, finalmente sono felice della musica che faccio e di me stesso. Il mio prossimo passo sarà pubblicare questo secondo album, con la speranza di poterlo suonare in giro veramente tanto, il resto sarà fatalità. Ho avuto la fortuna di poter lavorare con Ivan Antonio Rossi in queste canzoni, con Matteo Cantaluppi, con Cheope, con Andrew Loog Oldham… Ringrazio Fonoprint Studios, la mia casa discografica, che ha sposato pienamente la direzione che volevo dare a questo futuro disco.
E ora come canta il buon Liam Gallagher: “I’m feeling supersonic, Give me gin and tonic”…
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