I ‘diari della motocicletta’ di Santachiara

Santachiara - Foto di Davide Luigi Di Lorenzo
Santachiara – Foto di Davide Luigi Di Lorenzo

«È proprio la strada per il ritorno verso casa» quella che Luigi Picone, in arte Santachiara, ha scelto di seguire per farsi guidare nelle 12 tracce che compongono il suo nuovo album “La strada più breve per tornare a casa” e che presto vuole portare sui palchi di tutta Italia per un «live diverso dagli altri».

Un titolo che prende ispirazione «proprio dalla strada del ritorno a casa», ai luoghi sicuri. Prima di diventare un vero e proprio cittadino del mondo. Infatti Santachiara è un artista che ha vissuto per lungo tempo in viaggio. «I miei genitori erano artisti di strada – ci ha raccontato – mia madre suonava nei ‘Giullari senza frontiere’ e quindi eravamo abituati a girare un po’ il mondo». I viaggi in Europa, America e Sudamerica però non lo hanno allontanato da quello che è il suo luogo sicuro: «La musica, la mia unica vera casa».

Santachiara, alla ricerca dell’idea di casa

Un disco nato «nell’ultimo anno e mezzo» in cui il cantautore ha racchiuso esperienze, pensieri, mali d’amore e nostalgie. Ma anche un vero e proprio viaggio tra i generi. «Io vengo dal rap – ci ha rivelato Santachiara – da ragazzo ascoltavo Gemitaiz, Salmo…poi sono passato al rock come i Beatles e i Rolling Stones». Fino ad arrivare ad artisti dei giorni nostri, come gli Arctic Monkeys, e l’elettronica: da Jamie XX a XXXTentacion. Ma con un debole per l’elettronica, «quella puramente da divertimento, da discoteca».

santachiara-"la strada più breve per tornare a casa"

Tutti i generi che ha ricercato e voluto sono compattati in “La strada più breve per tornare a casa”, un ‘diario della motocicletta’ in cui Luigi dona agli ascoltatori un viaggio musicale tra i generi che da sempre hanno influenzato la sua musica. Composto da dodici punti in cui fermarsi ad ascoltare le esperienze del cantautore alla ricerca della propria idea di ‘casa’.

Dal cantautorato all’elettronica, dai maestri della canzone italiana «che tanto amo come Rino Gaetano, Gaber, De Andrè» fino alla musica più sintetica, «come i Daft Punk», con l’obiettivo di rappresentare la diversità delle esperienze e delle emozioni umane, «come se fossero posti nuovi, mai scoperti, dove trovare qualcosa di unico che ci fa crescere e cambiare».

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