
La rock band europea Iguana Death Cult è tornata con il nuovo album “Echo Palace”, un progetto che parla più apertamente delle strane cause ed effetti del pensiero di gruppo e di isterie collettive.
Partendo dalla paranoia scaturita dalla pandemia e le teorie del complotto che imperversano nel loro paese, Jeroen Reek, frontman della band, ha scritto testi che riflettono il mondo che lo circonda. Proprio con l’arrivo della pandemia e la crescente diffidenza delle persone l’una nell’altra, il progetto degli Iguana Death Cult è diventato una vera terapia. “Credo che le prime dieci volte che siamo andati a fare una jam”, racconta Tobias Opschoor sul processo di realizzazione del nuovo album Echo Palace, “abbiamo semplicemente bevuto vino e parlato, e abbiamo continuato a parlare per ore – e poi ci siamo detti: ‘Ok, devo andare perché domani devo lavorare'”.
“Vivevo in un appartamento davvero brutto, decadente, pronto per essere demolito”, spiega Reek, “con una sola fonte di calore, una specie di stufa a gas vecchio stile”. Nelle notti fredde il gruppo si riuniva intorno a quella stufa, un approccio che li ha avvicinati e che alla fine ha dato rapidamente il via al loro flusso creativo.