Ilaria: «Alla riscoperta di me stessa: ora porto i miei sogni nel mondo»

Ilaria

“Sala Blu” è il nuovo progetto discografico della giovane cantautrice Ilaria che arriva dopo la pubblicazione dell’EP “My Name” ed è stato anticipato dai singoli “Amami” e “Mare”.

Composto da otto tracce, “Sala Blu” racconta spaccati di vita quotidiana con una semplicità disarmante e sincera che coinvolgono l’ascoltatore all’interno di un viaggio sonoro composto da melodie gentili e parole, grazie a una rinnovata consapevolezza personale e maturità artistica di Ilaria.

"Sala blu" album copertina Ilaria

Ciao Ilaria! Come e quando nasce “Sala Blu”? E a cosa si riferisce il titolo?
Ciao! “Sala Blu” nasce circa 4 anni fa, quando mi sono ritrovata poco più di una decina di canzoni in mano e con la spinta del mio produttore Renato Renee D’Amico siamo entrati in studio, per me la prima volta dopo anni. È un disco che parla della riscoperta di me stessa e di me al di fuori delle mie mura, finalmente nel mondo, dove ora so che posso portare i miei sogni, il mio “blu”.

Nel disco c’è tanta sperimentazione sonora, qual è stata la tua ispirazione?
Abbiamo lavorato senza alcun tipo di restrizione, né di tempo né tantomeno artistica; quindi, io e Renee abbiamo proprio fatto quello che più ci piaceva, cercando di inserire tutte le mie influenze e creando uno spazio avvolgente e armonioso.

Il primo singolo estratto, “Amami”, inizia con il battito di un vecchio orologio e con le parole “Amami anche se non ce la faccio più”. Puoi raccontarci come nasce il brano e a chi è dedicato?
“Amami” è un brano molto cupo, che dedico letteralmente a chiunque mi stia ascoltando. È più una preghiera che una canzone, è una richiesta disperata di amore e comprensione, anche effimeri o falsi.

Il secondo estratto, “Mare”, invece come è nato?
“Mare” è nato nel momento in cui, dopo la fine di una storia, ho dovuto fare i conti con me stessa. Un mio difetto è non riuscire a comunicare bene le mie emozioni, anche per questo mi piace scrivere. Spesso, però, la mancanza di comunicazione porta ad una mancanza di fiducia e ci vuole poco a far “spegnere” una storia.

Nel 2014 hai partecipato a X Factor a soli 16 anni. Cosa pensi di esserti portata dietro da quell’esperienza?
Sicuramente mi ha aperto le porte del mondo della discografia, facendomelo conoscere e potendoci fare i primi passi. In più, mi ha lasciato ricordi bellissimi e mi ha permesso di conoscere persone stupende che porto ancora con me.

Porterai “Sala Blu” in tour? Come saranno i live?
Certo! Per ora abbiamo fatto le prime tre date ma ne aspettano altrettante, quest’estate voglio suonare fino a stare male.

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