Accordi Disaccordi: «Suoniamo jazz ma siamo tre rockettari. Il busking? La nostra scuola»

Accordi Disaccordi

Un crossover capace di miscelare influenze gipsy jazz, melodie mediterranee e ritmi latini. Questo è “Decanter”, ultimo album del trio Accordi Disaccordi, composto da Alessandro Di Virgilio e Dario Berlucchi alle chitarre e da Dario Scopesi al contrabbasso.

In dieci anni di attività, gli Accordi Disaccordi hanno collezionato più di 3.000 spettacoli e in Russia hanno conquistato il Guinness dei primati come primo e più importante tour jazz su larga scala mai organizzato in Russia con più di 200 concerti in 80 differenti città. Nel 2020 sono entrati nel mondo del cinema grazie al brano “Stay” scelto come colonna sonora per il film su Fabrizio De André “Il Concerto Ritrovato” di Walter Veltroni. Nel 2021 le loro musiche sono state selezionate per il film “Vicini di casa” di Paolo Costella. Il trio Accordi Disaccordi è in tour all’estero e in Italia nelle migliori rassegne jazz.

Ciao! Partiamo dal vostro ultimo disco, “Decanter”. Perché questo titolo? Come sono nate le canzoni?
Ciao Raffaele e grazie per lo spazio che ci stai dedicando. “Decanter” è il contenitore in cui abbiamo riversato tutta la musica di cui siamo innamorati: dal jazz al rock, dalla classica alle sonorità folk mediterranee. E come il vino, è maturato a suon di prove e sperimentazioni in studio. La penna di Alessandro Di Virgilio ha composto le melodie di tutti i brani che sono stati poi affinati da tutto il trio e dagli ospiti che hanno partecipato al disco.

Avete detto che “Decanter” è un concept album sonoro. Quali sono stati gli artisti che hanno maggiormente ispirato i brani? E quali quelli che hanno ispirato le vostre carriere?
Sicuramente la sonorità gipsy jazz rimane un elemento importante della nostra vena compositiva, anche se non è più protagonista. Chitarristi come Bireli Lagrene e Gonzalo Bergara rimangono sicuramente un punto di riferimento determinante. In questo lavoro emerge particolarmente anche il nostro interesse per le sonorità cinematografiche e per un certo tipo di jazz europeo. Nell’animo siamo tre rockettari, siamo cresciuti con Metallica e Guns n’ Roses per poi maturare interessi musicali che spaziano a 360 gradi. Chi più verso il jazz rock, chi più verso il pop, ma se dovessi fare qualche nome che mette d’accordi tutti e tre direi: Herbie Hancock, Brad Mehldau, Hans Zimmer, Billie Eilish.

Chitarra, fisarmonica, contrabbasso, violino. Rock, bolero, jazz. Come siete riusciti a condensare questo, e molto alto, in 14 tracce?
È stato tutto molto naturale, una conseguenza di quelli che sono i nostri ascolti. Non abbiamo aggiunto nulla per puro esercizio estetico, ma abbiamo sempre cercato di rispettare la natura delle canzoni. I brani sono nati tutti in trio. L’aggiunta di fisarmonica e violino è stata successiva ma assolutamente spontanea. Sono due strumenti che si sposano perfettamente con la nostra timbrica, aggiungendo colori e virtuosismo dove il pezzo lo richiede.

Ci sono dei brani di “Decanter” che secondo voi sarebbero perfette colonne sonore? Per quali film?
Siamo molto legati al mondo del cinema. Pensa che è stato proprio ascoltando la colonna sonora di “Midnight in Paris” di Woody Allen, che ci siamo appassionati al gipsy jazz e abbiamo iniziato a suonare insieme! Ci riempe di orgoglio poter dire che alcuni nostri brani sono diventati a loro volta colonne sonore. Un esempio su tutti è “Stay”, inserita nella soundtrack del docufilm “Fabrizio De André e PFM – Il concerto ritrovato”. Credo che tutto Decanter sia caratterizzato da una marcata sonorità cinematografica, ma se dovessi citarti un pezzo, sceglierei “Barcellona”. Lo abbiamo composto immaginandolo come una ipotetica colonna sonora dell’ultimo film di Tarantino! Ovviamente si parla di un sogno, ma è stato molto divertente come approccio compositivo!

Avete suonato in tutto il mondo. C’è un posto che vi ha particolarmente colpito?
Il deserto di Dubai al tramonto è stato, personalmente, il palco più incredibile e inaspettato in cui abbiamo avuto il piacere di fare un concerto. A pochi chilometri dalla città, circondati dalle dune… e sullo sfondo il sole rosso fuoco che tramontava! Un paesaggio meraviglioso e del tutto nuovo che ci ha lasciato senza fiato! Dubai è un melting pot estremamente interessante: un luogo assurdo che riserva un sacco di sorprese e incontri inaspettati.

Nel 2018 avete conquistato il Guinness dei primati come “Primo e più importante tour jazz su larga scala mai organizzato in Russia” con oltre 200 concerti in 80 diverse città. Volete raccontarci di quell’esperienza?
I nostri tour in Russia sono stati organizzati da un manager locale e devo dire che quando ci ha comunicato la notizia eravamo tra l’incredulo e il divertito. É stato un bellissimo riconoscimento per noi. Abbiamo girato la Russia in lungo e in largo, suonando nelle grandi città e finendo in posti lontani come la Siberia o l’Estremo Oriente. Il nostro ricordo più bello è senza dubbio il calore del pubblico, sempre molto partecipe, attento ed entusiasta della mostra musica. Siamo sempre tornati a casa felici e pieni di incredibili storie da raccontare (o almeno quasi tutte!). Avere di fronte un pubblico così diverso da quello a cui siamo soliti è stata veramente un’esperienza pazzesca.

Siete partiti come artisti di strada. A che età e dove avete iniziato come?
Il busking è stata una scuola a tutti gli effetti. Ci ha insegnato a entrare in sintonia con il pubblico. Durante le ore passate a suonare in strada (in Italia, ma soprattutto in Inghilterra) abbiamo affinato un vastissimo repertorio e il nostro interplay. Abbiamo iniziato nel 2012 poco più che ventenni. Inizialmente come duo, con Alessandro Di Virgilio e Dario Berlucchi alle chitarre, e in seguito come trio con la mia aggiunta al contrabbasso (Dario Scopesi).

Avete annunciato le prime date del tour. Cosa dobbiamo aspettarci dai live degli Accordi Disaccordi?
Siamo davvero contenti e non vediamo l’ora di suonare dal vivo le canzoni di “Decanter”! È un disco importante per noi perché rappresenta un approdo a nuove sonorità. Anche i live saranno caratterizzati da qualche novità come ad esempio l’aggiunta di nuovi strumenti per il nostro trio: chitarre elettriche, ukulele, glockenspiel oltre ovviamente alle nostre inseparabili chitarre manouche e al contrabbasso. Ma il nostro animo rock si sta facendo sentire!
Alcuni dei prossimi appuntamenti saranno il PercFest di Laigueglia (SV) il 14 giugno, Risonanze Festival a Malborghetto (UD) il 18 giugno e l’Umbria Jazz dal 7 al 17 luglio durante il quale saremo resident band.


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