Verdena a Roma, l’indimenticabile prima volta in un palasport

Verdena - Foto di Paolo De Francesco
Verdena – Foto di Paolo De Francesco

La prima volta non si scorda mai. Soprattutto se è in un palazzo dello sport. I Verdena questa volta lo hanno fatto davvero. A causa della chiusura momentanea dell’Atlantico – per cui avevano programmato due date – il trio rock alternative bergamasco dopo quasi 30 anni di carriera sono saliti sul palco del Palaeur di Roma.

Due ore di show in cui i Verdena hanno proposto, di fronte a oltre 7 mila persone, i brani dell’ultimo album “Volevo Magia” e i grandi classici della loro discografia. Un’ultima grande data del tour indoor prima della leg estiva in partenza dal Mi Ami di Milano.

Il Racconto dello Show

Fuzz, pogo e zero fronzoli. Quello che Alberto e Luca Ferrari e Roberta Sammarelli – accompagnati dal chitarrista aggiunto Carlo Maria Toller – hanno proposto a Roma è stato un live intimo e sporco. Un ‘candeggio’ di quel grunge/rock anni ’90 che da sempre ha contraddistinto il sound dei Verdena, dai Nirvana ai Melvins fino ai primi Radiohead.

Verdena Palazzo dello Sport Roma

La prima mezz’ora ha visto in scaletta i brani del nuovo album – “Chaise Longue”, “Pascolare”, “Crystal Ball” (con annessi palloni volanti colorati), “Dialobik”, “Paul e Linda”, “Cielo super acceso” – e, una volta archiviata la pratica, i Verdena si sono tuffati a capofitto nel passato. Dal primo album omonimo del 1999 immancabili “Viba” e “Valvonauta”. “Ciao Roma, ora vi facciamo un pezzo vecchio”, con queste parole Roberta ha presentato “Luna”, manifesto della generation MTV del trio – la “Creep” italiana.

Le ante dell’armadio dei Verdena si sono spalancate poi per la scelta di accurate selezioni dai dischi “Requiem” (2007), “Wow” (2011) e i due volumi di “Endkadenz” (2015). Da “Don Calisto” a “Trovami un modo semplice per uscirne”, da “Scegli me (un mondo che non vuoi)” (con accenno a “Let it be” dei Beatles) a “Loniterp” fino a “Razzi arpia inferno e fiamme”. Uno show distorto in cui non sono mancati problemi tecnici (pochi) e qualche fischio strumentale. Ma il rock’n’roll ha bisogno anche di essere imperfetto.

Verdena - Foto di Paolo de Francesco
Verdena – Foto di Paolo de Francesco

Prima della chiusura con ” Sui ghiacciai” e “Volevo Magia”, è arrivata “Valvonauta”, primo singolo in assoluto della band. Un tatuaggio mai sbiadito che ha riportato alla mente di tutti i presenti (abbondantemente sopra i trent’anni) le fughe fuori casa da adolescente, la ragazza del liceo, i cento giorni, la corsa verso l’ultima metro, le lacrime per la fine di un amore. E nonostante tutto i Verdena oggi sono ancora lì, a ricordare chi eravamo e chi ognuno di noi ha scelto di essere.

La Scaletta dei Verdena a Roma

  1. Chaise longue
  2. Pascolare
  3. Crystal Ball
  4. Dialobik
  5. Paul e Linda
  6. Cielo super acceso
  7. Viba
  8. Starless
  9. Luna
  10. Don Calisto
  11. Fuoco amico II (Pela i miei tratti)
  12. Certi magazine
  13. Trovami un modo semplice per uscirne
  14. Razzi arpia inferno e fiamme
  15. Paladini
  16. Caños
  17. Loniterp
  18. Lui gareggia
  19. Scegli me (Un mondo che tu non vuoi)
  20. Muori delay
  21. Valvonauta
  22. Un po’ esageri
  23. Sui ghiacciai
  24. Volevo magia

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