
La prima volta non si scorda mai. Soprattutto se è in un palazzo dello sport. I Verdena questa volta lo hanno fatto davvero. A causa della chiusura momentanea dell’Atlantico – per cui avevano programmato due date – il trio rock alternative bergamasco dopo quasi 30 anni di carriera sono saliti sul palco del Palaeur di Roma.
Due ore di show in cui i Verdena hanno proposto, di fronte a oltre 7 mila persone, i brani dell’ultimo album “Volevo Magia” e i grandi classici della loro discografia. Un’ultima grande data del tour indoor prima della leg estiva in partenza dal Mi Ami di Milano.
Il Racconto dello Show
Fuzz, pogo e zero fronzoli. Quello che Alberto e Luca Ferrari e Roberta Sammarelli – accompagnati dal chitarrista aggiunto Carlo Maria Toller – hanno proposto a Roma è stato un live intimo e sporco. Un ‘candeggio’ di quel grunge/rock anni ’90 che da sempre ha contraddistinto il sound dei Verdena, dai Nirvana ai Melvins fino ai primi Radiohead.

La prima mezz’ora ha visto in scaletta i brani del nuovo album – “Chaise Longue”, “Pascolare”, “Crystal Ball” (con annessi palloni volanti colorati), “Dialobik”, “Paul e Linda”, “Cielo super acceso” – e, una volta archiviata la pratica, i Verdena si sono tuffati a capofitto nel passato. Dal primo album omonimo del 1999 immancabili “Viba” e “Valvonauta”. “Ciao Roma, ora vi facciamo un pezzo vecchio”, con queste parole Roberta ha presentato “Luna”, manifesto della generation MTV del trio – la “Creep” italiana.
Le ante dell’armadio dei Verdena si sono spalancate poi per la scelta di accurate selezioni dai dischi “Requiem” (2007), “Wow” (2011) e i due volumi di “Endkadenz” (2015). Da “Don Calisto” a “Trovami un modo semplice per uscirne”, da “Scegli me (un mondo che non vuoi)” (con accenno a “Let it be” dei Beatles) a “Loniterp” fino a “Razzi arpia inferno e fiamme”. Uno show distorto in cui non sono mancati problemi tecnici (pochi) e qualche fischio strumentale. Ma il rock’n’roll ha bisogno anche di essere imperfetto.

Prima della chiusura con ” Sui ghiacciai” e “Volevo Magia”, è arrivata “Valvonauta”, primo singolo in assoluto della band. Un tatuaggio mai sbiadito che ha riportato alla mente di tutti i presenti (abbondantemente sopra i trent’anni) le fughe fuori casa da adolescente, la ragazza del liceo, i cento giorni, la corsa verso l’ultima metro, le lacrime per la fine di un amore. E nonostante tutto i Verdena oggi sono ancora lì, a ricordare chi eravamo e chi ognuno di noi ha scelto di essere.
La Scaletta dei Verdena a Roma
- Chaise longue
- Pascolare
- Crystal Ball
- Dialobik
- Paul e Linda
- Cielo super acceso
- Viba
- Starless
- Luna
- Don Calisto
- Fuoco amico II (Pela i miei tratti)
- Certi magazine
- Trovami un modo semplice per uscirne
- Razzi arpia inferno e fiamme
- Paladini
- Caños
- Loniterp
- Lui gareggia
- Scegli me (Un mondo che tu non vuoi)
- Muori delay
- Valvonauta
- Un po’ esageri
- Sui ghiacciai
- Volevo magia