
“Soli” è il nuovo singolo di Icaro che racconta a cuore aperto la difficoltà che si prova nell’essere distanti non solo fisicamente ma anche e soprattutto emotivamente, e l’incapacità di convivere con una lontananza che fende il tempo e lo spazio, facendo sentire, anche in presenza dell’altro, profondamente soli.
Racconta Icaro: “spesso in amore, ci capita di provare ad essere o a diventare la persona giusta per chi amiamo, dimenticandoci chi realmente siamo. Ci abbandoniamo completamente all’altro…”.

Ciao Icaro! Come nasce “Soli” e a chi è dedicata?
“Soli” è un brano che nasce dalla necessità di raccontare un’emozione, un po’ come tutti gli altri. Ho scritto questa canzone in un momento particolare, in cui ho cercato di fare i conti con la solitudine, un sentimento che per assurdo è difficile provare quando si è insieme a qualcuno. Sentivo di aver dato tutto ciò che avevo all’altra persona, ma comunque non era mai abbastanza, solo dopo essere uscito da questo loop ho razionalizzato che effettivamente tutto ciò che stavo provando a diventare era essere perfetto più che per me, per chi avevo accanto. Il brano è dedicato un po’ a tutti coloro che hanno provato questa sensazione, a volte per paura di perdere chi abbiamo accanto rinunciamo a essere chi siamo realmente, dimenticandoci che i rapporti più veri non sono perfetti ma sono fatti di tante incomprensioni e limiti che, se ne vale la pena, vanno accettati così come sono, sempre con l’obiettivo di comprendere e lavorare su se stessi.
Ti sei mai sentito “non abbastanza”?
Penso che non sentirsi abbastanza sia il primo passo, se visto dalla giusta prospettiva, per crescere. Ovviamente è una sensazione che può essere spiacevole, ma che va ascoltata, solo dando il giusto spazio a ciò che proviamo e a ciò che sentiamo siamo in grado di conoscerci e di entrare in contatto realmente con noi stessi. Capita tutt’ora che io non mi senta abbastanza o che mi senta insicuro, sulla musica, su me stesso o su altri aspetti. In quei momenti cerco solo di capire cosa sta succedendo e accetto il fatto di essere fatto di tanti punti saldi ma anche tante insicurezze che servono per capire cosa manca e su cosa posso lavorare.
Affermi che la sensazione di lontananza dall’altra persona la provavi anche quando eri in sua presenza. Puoi spiegarci in che senso?
Il brano parla principalmente di distanze emotive, queste distanze sono leggermente più complicate di quelle fisiche, proprio perché sono più difficili da comprendere o accettare. Credo che nei rapporti quando manchi il dialogo o in generale quando c’è qualcosa che si tende a lasciare indietro si crea una mancanza, che inevitabilmente genera altre mancanze, anche inconsapevolmente, come è successo a me.

Con “Dove Sei” avevi delineato la fine di un amore. “Soli” lo consideri il suo naturale proseguimento?
“Soli” è la presa di coscienza che in “Dove sei” non era così presente. Quindi probabilmente sì, lo reputo il suo normale proseguimento, penso sia un brano più maturo su vari aspetti, frutto di un lavoro su me stesso e sulla mia musica.
Quale sarà il tuo prossimo passo?
Sicuramente il mio prossimo passo è continuare a lavorare sulle canzoni e sul disco che uscirà, per assicurarmi che sia come lo immagino io e il mio team di lavoro. Stiamo lavorando anche sulla questione dei live per cercare di portare l’esperienza del disco e dei brani dal vivo e trasmettere l’emozione e l’amore che c’è dentro.