“Mmua” è l’album d’esordio del rapper palermitano classe ’96 Pushmmua che racconta l’inquietudine tipica di una generazione attraverso un mix di elettronica e rap melodico.

Un’inquietudine che «nasce da quella voglia di andare via dalla propria città, – racconta Pushmmua – ma anche da quella malinconia verso le donne conosciute durante il corso della vita». Il sound di “Mmua” è ‘notturno’, sperimentale ed elettronico, mentre i testi sono lenti e melodici. L’artista ha cercato di «mischiare le note della voce a quelle della base per creare simbiosi e unicità».

Ciao Pushmmua! “Mmua” è il tuo disco d’esordio. Quando nascono i brani? Cosa racconta di te il disco?
Ciao ragazzi! I brani del mio album nascono tutti tra il 2020 e il 2022 in un periodo strano sia in ambito musicale che non, il disco racconta il mio lato più introspettivo e malinconico, lati che uso come filtro col quale raccontare poi la mia vita a 360 gradi.

Nel disco canti l’inquietudine nata dal voler andare via dalla tua città, Palermo. Come mai vuoi scappare?
Amo la mia città, però come me moltissimi giovani sono costretti ad andare via per mancanza di opportunità, questo fa nascere in me una sorta di rabbia.

Quanto è cambiato il tuo sound e il tuo modo di vedere la musica con la collaborazione di Dario Pellerito?
Io e Dario siamo cresciuti tantissimo insieme, sicuramente lavorando con lui ho capito di più quali sono i miei punti di forza, qual è la direzione in cui voglio andare e che tipo di sound deve avere il mio stile, che col suo contributo è diventato unico.

Quali sono i tuoi riferimenti artistici? E quali sono state le ispirazioni dietro “Mmua”?
I miei riferimenti sono molteplici sicuramente, qualsiasi cosa vedo che mi colpisce mi da modo di creare qualcos’altro a mia volta, dietro ‘MMUA’ le ispirazioni sono i PNL e un po’ tutta la musica francese, poi Kid Cudi, Kanye West, Travis Scott, The Weeknd e tantissimi altri.

Negli ultimi anni il rap italiano sta vivendo una stagione d’oro. Secondo te perché?
Perchè prima il rap in Italia era vecchio, parlava di politica e spesso ironicamente, molte persone non si rivedevano in quello stile, adesso il rap parla di qualsiasi cosa, è un genere che si unisce bene a tutto e suona su tutto, perció chiunque puó trovare un brano rap che ama.

In “Buenos Aires” canti una pazza notte in Corso Buenos Aires a Milano. Ma secondo te quanto è diverso il rap palermitano da quello milanese?
Il rap palermitano è più vero, qui nessuno ci dà nulla, tutto quello che facciamo è per passione, a Milano ormai è business, prima di fare un brano pensano a quale target vogliono rivolgersi, e lavorano di conseguenza, la nostra musica invece viene dalla pancia, da zero.

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