Bengala Fire: “Parte Il Tour: A X Factor Manuel Agnelli Ci Ha Insegnato A Rischiare”

I Bengala Fire intervistati da Raffaele Rossi di End of a Century
Bengala Fire

Mattia Mariuzzo (“Mario”), Andrea Orsella (“Orso”), Davide Bortoletto (“Borto”) e Alexander Puntel (“Lex”) sono i Bengala Fire, band di Treviso protagonista dell’ultima edizione di X Factor. Dopo i singoli “Valencia” e “Amaro Mio” prodotti da Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo, il quartetto pubblica “Jack (Non Sa)” e parte per un tour nei club.

“Jack (Non Sa)” è il primo singolo in italiano dei Bengala Fire, <<un’esigenza nata grazie a Manuel Agnelli che durante il nostro percorso a X Factor ci ha esortati a provare>>. Jack, protagonista del brano, è il simbolo di una forma di smarrimento che ognuno di noi ha provato: non ha un lieto fine o una soluzione ma rappresenta un punto di non ritorno, che sia esso positivo o nero.

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Ecco l’intervista ai Bengala Fire!

Com’è stata la vostra vita negli ultimi mesi?
Un casino. In senso positivo. Ci stiamo dirigendo come se fossimo una vera e propria azienda: ci sono tante cose burocratiche di cui ci occupiamo, dall’immagine alla programmazione di tutto. Tante cose prendono tempo, poi siamo andati in studio e abbiamo registrato un po’ di pezzi con Rodrigo D’Erasmo, con Luca Vicini, bassista dei Subsonica.

Cosa vi portate dagli insegnamenti di Manuel Agnelli?
Sicuramente abbiamo imparato a lavorare e anche a metterci serenità, anche se è molto difficile in questo lavoro. Sia Manuel che Rodrigo, sia proprio per com’è fatto il programma, ti insegnano veramente cosa significa fare questo lavoro. Non si scherza, c’è in gioco la tua vita e quello che vuoi fare, se non giochi bene hai finito, basta, sei fuori. Ci si sente sempre a un bivio tra fare una cosa fantastica e rischiare in modo sbagliato. Quello che ci ha insegnato Manuel è anche rischiare e cercare di azzardare su scelte scelte musicali all’interno di X Factor ma questo si può declinare a ogni questione della vita.
Soprattutto Manuel ci ha chiesto di fidarci di lui e noi lo abbiamo fatto al 100 % e siamo andati bene. Oggi c’è ancora tanta voglia e tanto spazio di sentire il rock, vedi i Måneskin.

Siete arrivati terzi a X Factor dietro gIANMARIA e Baltimora. Secondo voi le band, in generale, rimangono un po’ “penalizzate” dal grande pubblico dei talent?
Forse. Magari perché il pubblico televisivo in Italia è un po’ attaccato alla tradizione di vedere il cantante singolo. Ma non si sa il motivo, se una band merita lo spazio, se lo prende e quest’anno a X Factor c’erano cinque band per esempio. I Big italiani sono praticamente tutti artisti singoli. Quello che cercano le persone probabilmente è un’immagine molto definita da seguire ed è quella di un artista singolo. Una band è un mondo con molte sfaccettature dentro e forse quello va a penalizzare un po’.

“Jack (Non Sa)” è il vostro primo brano in italiano. Il titolo mi sembra tradotto dall’inglese. Come nasce? Quando lo avete scritto?
Il brano era stato scritto in inglese prima della partecipazione a X Factor. Il testo di “Jack (Non Sa)” è nato dal mio isolamento per Covid – racconta “Mario” – e ho avuto la fortuna di passare l’isolamento in un appartamento al mare e da lì è nata l’idea della quarantena ‘deluxe’, comoda ma senza comunque fare niente. Da lì è nato il personaggio di Jack, un adolescente, un simbolo per tanti ragazzi e ragazze che non sanno che fare della propria vita. In questa canzone raccontiamo la storia di questo Jack che non ha una soluzione, rimane fermo fino ad andare alla deriva…
Un nostro amico ha sentito il pezzo in anteprima e ci ha detto che si è rivisto nel personaggio di Jack, come irrisolto, non riusciva ad emergere da questa situazione.


Prima di “Jack (Non Sa)”, avevate mai scritto qualcosa in italiano?
Questo è stato il primo di cui abbiamo pensato “Cazzo funziona”. Avevamo fatto altri esperimenti ma non ci convincevano del tutto però questa è la prima volta: l’ultimo pezzo in italiano era “Blueeulb” di dodici anni fa, un pezzo veramente stupido. Siamo affezionati all’inglese per la musica che ascoltiamo e per le sonorità ma stiamo iniziando ad ingranare con l’italiano. In primis il fatto che arriva, a chi ascolta e a noi, ci dà un’emozione e un feeling diverso.
È stata importantissima la canzone con Motta durante X Factor (“Del Tempo Che Passa La Felicità”) perché abbiamo capito veramente cosa vuol dire ‘spaccare’ in italiano. Manuel continuava ad insistere sull’italiano e aveva ragione evidentemente.

I Bengala Fire insieme a Manuel Agnelli sul palco di X Factor 2021
Bengala Fire con Manuel Agnelli – X Factor 2021

Uscirà un EP o un album in italiano?
Ci sono altri due brani pronti in italiano, registrati con Rodrigo D’Erasmo. Nei nostri propositi c’è poi un album che arriverà tra non molto.

Il tour parte il 22 aprile da Brescia – qui le date. Cosa dobbiamo aspettarci? Quanto farete sudare il pubblico?
Intanto quanto suderemo noi ahah. Noi siamo molto gasati, stiamo preparando il concerto e ci sembra una bella bombetta. Abbiamo cercato di prendere spunto dalle cose che ci piacciono e ci hanno colpito durante i concerti visti negli anni per trasformare il nostro show in quello che ci piace e che ci fa sentire bene. Ci siamo concentrati tanto sulla scenografia, sarà un bello spettacolo. Non sarà solo una scaletta di 15 pezzi ma un vero e proprio show che ha un inizio, uno svolgimento e una conclusione tutta figa. Deve essere una esperienza per il pubblico. E non mancheranno le cover.
A X Factor sapevi che dovevi muoverti per la telecamera e non faceva uscire bene quel rock anni ’70 dentro di noi, nei concerti vorremmo quel calore in più che è mancato nella dimensione televisiva, il fare casino.

State pensando di fare un featuring con un altro artista? Ci saranno ospiti dal vivo?
Ci stiamo lavorando, ci saranno forse delle belle sorprese.

Che dire…vi auguro la stessa carriera dei Maneskin!
Grazie mille, ci vediamo sotto palco!!!

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