
Correva l’anno 2003 quando babalot pubblicava l’album d’esordio “Che Succede Quando Uno Muore” per Aiuola Dischi, punto di partenza della musica indipendente italiana. Sebastiano Pupillo, voce e leader del progetto, scrive 13 brani brevi ma ricchi di amarezza e malinconia, punti chiave della discografia di babalot.
“Che Succede Quando Uno Muore” è stato definito dalla stampa dell’epoca “un pompino senza ingoio, come la pasta asciutta senza il pomodoro” a causa dell’assenza di ritornelli convincenti e del suo pop pigro che lo facevano risultare “difettoso” alle orecchie dell’epoca ma che in realtà è stato il punto di salvataggio della musica indipendente. Oggi il disco ritorna in digitale grazie a Trovarobato.
Ecco l’intervista a babalot!

Sono passati quasi 20 anni dall’esordio discografico “Che Succede Quando Uno Muore” ma oggi chi è babalot?
Alla luce di incomprensioni nei secoli, babalot è un gruppo. Io sono uno dei punti e un altro è Lorenzo, scrive con me e dal 2010 siamo solo io e lui. In pubblico non esiste artista e gruppo.
Quindi non andrai più in tour?
I tour risalgono a tanti anni fa, ora non ne faccio più, solo cose one shot. Come Ligabue, una volta l’anno.
Come avete iniziato?
Eravamo un gruppetto di universitari fuorisede, io sono siciliano. A Roma prima abbiamo iniziato in coppia con Francesco poi in trio con Devor, con un paio di batteristi.
Come è cambiato il tuo modo di scrivere musica negli anni?
Il modo di scrivere non è cambiato, cambia solamente il contorno. Il primo disco è stato portato in blocco a Milano, il secondo è stato casalingo, il terzo è stato più attuale registrato in sale prove con atmosfere live…
“Che Succede Quando uno Muore” è stato pubblicato da Aiuola Dischi, com’è avvenuto l’incontro con l’etichetta?
In modo classico, abbiamo mandato il demo. I ragazzi avevano voglia di pubblicare il nostro disco, è stata un’esperienza fugace.
Il disco è stato definito all’epoca dalla stampa “Un pompino senza ingoio, come la pasta asciutta senza il pomodoro” per l’assenza di ritornelli convincenti. Cosa ne pensi? E come hai visto queste critiche?
Per dieci anni sono stato recensore di videogiochi e capisco l’approccio a un prodotto così di nicchia, una cosa mordi e fuggi…non è di certo il nuovo di Dylan o di Bruce Springsteen. Ma uno legge e via.
Credi che la scuola romana ti abbia formato? Tu però hai ripreso la tradizionale canzone italiana con contaminazioni elettroniche...
Può essere che Tiromancino, Silvestri e Gazzè siano finiti nella nostra musica da studenti universitari, anche gli Elettrojoyce (…) Il primo De Gregori e Venditti hanno fatto cose bellissime ma stanno in un iperuranio di genialità.
Le sensazioni che legano le canzoni di babalot sono amarezza e malinconia, perché?
Senza generalizzare, con gli anni ’80 e il post punk si è affermato questo bisogno di essere schietti e diretti, non necessariamente poetici. Sono affine al post punk come mentalità, tra i miei modelli ci sono la new wave e l’hardcore.
Come mai nella musica di babalot ci sono contaminazioni elettroniche?
All’epoca mi aveva entusiasmato l’approccio dei Nine Inch Nails, di quel rock con venature metal, i synth e le campionature. E ho provato, si lega molto col fare musica a casa, la produzione prende quel piglio. Ma più che altro per processi imitativi e necessità di materiale.
Se avessi avuto 20 anni oggi, saresti diventato un cantautore? Che genere avresti fatto?
Si, sarei comunque appassionato di musica. Sai, il disco suonava in un certo modo per i periodi in cui è stato creato, il genere riguarda il contesto.

Ora ti chiedo, che succede quando la gente muore?
La risposta è variabile ahah. Si tratta di una constatazione bieca, scritta di getto, si ironizzava tra di noi: le canzoni hanno tematiche funebri ed è saltato fuori così il titolo. Ci sono vari tipi di morte, non sempre materiale ma metaforica e ci siamo rassegnati per l’andazzo. Se non c’è il morto dici “che è successo?” e fai morire qualcuno ahah, una sindrome da band death metal.
Per babalot ci sarà un nuovo album e nuove date nei prossimi mesi?
Per ora nessuna data, arriveranno cose nuove ma le stiamo scrivendo, ora siamo solo in due. La produzione del nuovo materiale è finita, dobbiamo decidere se affidarci a un produttore per una veste sonora standard o se uscire con cose grezze. Entro fine anno qualcosa uscirà, vediamo cosa succederà…
