Folcast: “Musica Come Valvola Di Sfogo: In Tour Dinamismo E Groove”

Foto di Andrea Sacchetti
Foto di Andrea Sacchetti

Daniele Folcarelli è un cantautore romano classe ’92 meglio noto come Folcast. Dopo il podio tra le Nuove Proposte di Sanremo 2021 con “Scopriti” pubblica il nuovo album “Tempisticamente” con i featuring di Roy Paci, Davide Shorty e Rodrigo D’Erasmo. Durante l’anno si è esibito al Concerto del Primo Maggio di Roma e ha aperto gli show di Daniele Silvestri, Max Gazzè e Carmen Consoli.   

Le canzoni di “Tempisticamente” sono <<frutto della mia esperienza, delle mie intuizioni>>. Folcast partirà in tour nei club e si esibirà a Santa Maria A Vico (1 aprile, Smav), Taranto (2 aprile, Mercato Nuovo), Bologna (14 aprile, Locomotiv), Roncade (15 aprile, New Age), Torino (16 aprile, Spazio 211), Milano (27 aprile, Magnolia), Sant’Egidio Alla Vibrata (28 aprile, Dejavu), Roma (29 aprile, Largo Venue) e Firenze (30 aprile, Sala Vanni).

Ecco l’intervista a Folcast!

Ciao Daniele! Prima di tutto ti faccio i complimenti per “Tempisticamente”, il disco è davvero un gioiello della musica italiana. È uno di quegli album che definisco ‘senza tempo’. Sei d’accordo? Com’è stata la sua gestazione?
Mi piace molto che tu lo definisca senza tempo e un gioiello, ti ringrazio davvero tanto! È nato e cresciuto con il tempo. Ci sono brani che ho da un po’ e canzoni nate di recente. La cosa di cui sono molto contento è anche proprio l’essere riusciti a creare un legame tra le tracce. Legame che poi ho scoperto, solo una volta chiuso, esserci anche per le tematiche. Il fatto che il momento è ORA e dobbiamo sfruttarlo al meglio, anche decidendo di perderlo.

La produzione di “Tempisticamente” è stata affidata a Tommaso Colliva, bravissimo a mio avviso a mettere in risalto la tua essenza di artista dal piglio internazionale. Com’è stato lavorare con lui?
Tommaso è un grandissimo professionista e se l’album scorre all’ascolto è soprattutto merito suo. Ogni giorno in studio da lui (Laboratori Testone) imparo qualcosa di nuovo. Nonostante sia molto concentrato e preciso, mantiene un approccio rilassato in fase di produzione/registrazione. Sono davvero molto felice di lavorare con lui.

“Come No” è il brano che apre il disco e tratta l’eterno rincorrersi in un rapporto. Quanto c’è di autobiografico?
In ogni brano di questo disco c’è un pezzo di me. Ogni canzone testimonia una fase della mia vita. Poi all’interno ci metto sempre un po’ di fantasia e immaginazione. “Come No” è nata dopo una discussione e una volta rimasto solo, grazie alla canzone sono riuscito a sfogarmi.

“Cosa Ci Faccio Qui” invece vede la presenza di Davide Shorty. So che voi due siete amici. Quando avete pensato di fare un pezzo insieme?
Appena finito Sanremo?! Davide è un amico ed è un artista che stimo molto perché fa la sua “cosa” in modo unico e coraggioso. Ci conoscevamo già da un po’, ma durante Sanremo abbiamo legato ancora di più. Qualche mese dopo ci siamo ritrovati per una session in studio da Tommaso e abbiamo scritto ‘Cosa ci faccio qui’.

“Scopriti” mi riporta alla mente la canzone d’autore italiana anni ’90 – due tra tutti che mi vengono in mente sono Alex Baroni e Giorgia. Il brano racconta l’immobilità dentro sé stessi, la solitudine. Secondo te, è una canzone che sarà ancora attuale tra 10 o 20 anni?
Baroni e Giorgia sono vocalmente tra gli artisti italiani che apprezzo di più. Dovrei ringraziarti ogni domanda che mi poni! GRAZIE! Io sono molto contento di “Scopriti” perché è una canzone di cui sono estremamente convinto e che mi ritrovo ancora oggi a cantare e suonare sempre con tutto me stesso, come se fosse la prima volta. La musica bella non muore mai? Spero che “Scopriti” possa essere considerata tale anche tra 10 e 20 anni.

“Tempisticamente” vive di ritmi soul, R&B, blues e anche un po’ gospel. Quali sono i tuoi ascolti in generale? Ci sono state invece canzoni specifiche che hai ascoltato per mettere a punto il disco?
Nessun disco in particolare, è tutto inconscio. Ascolto tantissima musica ogni giorno. Stili anche distanti tra loro. Sono cresciuto con Pino Daniele, Stevie Wonder per poi approfondire l’ambito black. Quindi mi fa molto piacere tu abbia percepito questi stili.

Devo dire che il livello dei finalisti di Sanremo Giovani 2020 era molto alto. Insieme a te Wrongonyou, Davide Shorty, Avincola, Gaudiano, Greta Zuccoli. Quali ricordi hai dell’Ariston e dei tuoi compagni?
I miei compagni sono il ricordo più bello dell’esperienza Sanremese. Le persone/artisti che hai citato sono ormai diventati amici ed è un’amicizia fondata sulla musica. Ognuno con il proprio messaggio e il proprio stile, ci siamo sempre rispettati al massimo. Poi è stato molto molto divertente. Passare tutto quel tempo con loro mi ha riportato ai campi scuola, come se fossi ritornato adolescente.

Durante l’estate 2021 hai aperto i concerti di due mostri sacri della canzone italiana, entrambi romani, come te: Daniele Silvestri e Max Gazzè. Cosa hai imparato da loro?
L’eleganza e l’attenzione. Ma anche il cazzeggio e la condivisione. Sono artisti immensi, pilastri della musica italiana. Musicisti incredibili che però mettono la loro bravura al servizio della bellezza, senza volerla mai ostentare. Cercherò di riportare un po’ di quanto assorbito dai loro live, anche nel mio tour.

Dal 1 aprile inizierà il tuo tour nei club. Puoi darci qualche anticipazione? Quanti sarete sul palco?
Ad aprile siamo in tour e ancora non ci credo! Siamo molto molto carichi. Di base saremo in 4, ospiti esclusi. Cercheremo di riportare sul palco questa carica che sentiamo e di legarci con chi verrà a sentire i live. Sarà una scaletta dinamica e piena di groove.

In una recente intervista con Ernesto Assante di Repubblica alla domanda “Che mestiere è fare il cantautore?” hai risposto che “In parte è un modo per risparmiare i soldi dello psicologo”. La musica quanto ti ha aiutato in questi due anni di pandemia? C’è mai stato un momento in cui sei crollato psicologicamente?
“Scopriti” è nata in uno di quei momenti, quindi certo, mi capita di crollare. Ma sia nei momenti di down che in quelli di up la musica c’è e c’è sempre stata. La musica dà un grandissimo aiuto a buttare fuori ed è una importante valvola di sfogo, ma la psicoanalisi è una roba troppo importante. Non escludo che magari un giorno inizierò ad andare da uno psicologo.

Quest’anno compirai 30 anni. Sei pronto? Come intenderai festeggiare questo traguardo?
Difficile dirlo, manca ancora qualche mese. Sono uno che se pensa troppo in avanti comincia ad avere l’affanno perciò mi ripeto sempre che il momento è ora e che non devo pensare troppo in là.
Sicuramente sboccerò, magari da qualche parte in tour?

Foto di Andrea Sacchetti

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