
<<La famosa ripartenza non è per tutti>>, sicuramente non è per i No Vax, impegnati nelle prossime settimane a schivare i controllori del Super Green Pass, e non è nemmeno per i Jalisse: il duo composto da Fabio Ricci e Alessandra Drusian si è visto rigettare per la venticinquesima volta la partecipazione a Sanremo.
Quale canzone hanno presentato i Jalisse per Sanremo 2022? <<Un brano sulla ricerca di noi stessi e su cosa dobbiamo ricordare per tornare ad essere chi eravamo>> scrivono nel loro lungo e accorato post sui social in cui sciorinano il titolo, “È Proprio Questo Quello Che Ci Manca”, e il testo del brano che avrebbe, a detta loro, potuto festeggiare i 25 anni dalla vittoria del Festival di Sanremo 1997 e i 30 anni di vita insieme. Però ciò non è stato possibile.
Mike Bongiorno insieme a Piero Chiambretti e a Valeria Marini diressero la quarantasettesima edizione del Festival con una media di 14 milioni di telespettatori nei cinque giorni di kermesse. Fu una delle ultime edizioni “mitiche” perché, oltre a sancire l’unica vittoria dei Jalisse con un brano iconico come “Fiumi Di Parole”, vide la vittoria tra le Nuove Proposte di Paola e Chiara con “Amici Come Prima”. Tra i giovani però ci furono anche Alex Baroni (al secondo posto con “Cambiare”) e Niccolò Fabi (al terzo con “Capelli”) mentre fece capolino nel mainstream Mikimix che solo qualche anno dopo diventò Caparezza.
Da quel giorno in poi i Jalisse – così almeno è quello che hanno sempre dichiarato – hanno spedito al direttore artistico di turno ogni anno un nuovo brano per sperare di tornare all’Ariston. Raimondo Vianello, Piero Chiambretti, Fabio Fazio, Raffaella Carrà, Pippo Baudo, Simona Ventura, Paolo Bonolis, Giorgio Panariello, Antonella Clerici, Gianni Morandi, Carlo Conti, Claudio Baglioni e Amadeus: tutti hanno rifiutato un ritorno dei Jalisse a Sanremo. Tutto ciò ha incrementato sempre più il mondo dei meme (che la Rai stava snobbando perché “internet non fa soldi, gli ascolti televisivi sì”) facendo diventare Mamma Rai una macchietta e i Jalisse la voce del popolo. E anche per l’edizione 2022 è confermata l’esclusione del duo, lasciando spazio ad artisti più giovani e a qualche vecchia gloria ben selezionata (qui l’elenco completo).
Perché Ana Mena sì e i Jalisse no?

<<Ana Mena è una cantante straniera e da regolamento, Sanremo dovrebbe includere esclusivamente brani italiani>> è la frase che molti influencer e cantanti – tra cui Francesco Monte – hanno replicato dinanzi alla presenza della spagnola Ana Mena nei 22 nomi inseriti tra i Big di Sanremo 2022. Nulla di più sbagliato. Il Festival della Canzone Italiana ha iniziato a prevedere fin dagli anni ’60 cantanti stranieri purché le canzoni siano cantate in italiano e quindi hanno partecipato nei decenni nomi come Stevie Wonder, Ben E. King, Paul Anka, The Rokes, Youssou N’Dour ma anche Lola Ponce che, in coppia con Giò Di Tonno ha vinto nel 2008 con “Colpo Di Fulmine”. E allora di cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando che sarebbe sempre meglio documentarsi prima di parlare ma anche di una cantante che negli ultimi anni ha collezionato Dischi d’Oro e di Platino per canzoni in italiano con Fred De Palma, Rocco Hunt, Federico Rossi. Recentemente la cantante spagnola (ma che parla un perfetto italiano) ha pubblicato “Musica Lìgera”, la sua versione in catalano della “Musica Leggera” di Colapesce e Dimartino e ha ammesso più volte di stare preparando un suo disco in italiano, il primo. Italia e Spagna sono sempre più legate: i ragazzi in Erasmus a Barcellona e Madrid, i lavoratori italiani emigrati, i ristoratori e gli imprenditori all’estero sono tanti e tutti pronti a guardare Sanremo ogni anno. Con Ana Mena nel cast anche una buona quota di spagnoli si prepara a seguire il Festival. Almeno quel milione di seguaci che ha la cantante sui social. Scelta furba inserire Ana tra i Big anche per continuare lo svecchiamento di Mamma Rai.
A Sanremo ci sono sempre gli stessi
Sì è vero. Però se piacciono che importa. Una critica mossa da diversi artisti tra cui Povia e Pago, entrambi esclusi a più riprese negli ultimi anni e sfibrati dai rifiuti. Dire che Noemi, Achille Lauro, Irama, Mahmood, Giusy Ferreri sono “sempre gli stessi” è vero però qualitativamente non hanno mai deluso, né per le esibizioni (vedi Lauro), portando migliaia di riproduzioni su RaiPlay, né per i meme sempre freschi. Le grandi case discografiche e i management poi mettono il carico da novanta, assicurando alla Rai telespettatori ma soprattutto votanti. Sì perché negli ultimi anni o meglio nelle edizioni di Amadeus, il vincitore è stato (e sarà anche nel 2022) decretato in gran parte dal pubblico che spende soldi per le votazioni – e finiscono in buona parte nelle tasche del servizio pubblico. I Måneskin ne sono il risultato più lampante che grazie al rock di “Zitti e Buoni” hanno tolto un po’ di polvere dai corridoi della tv ammiraglia e hanno riportato a casa l’Eurovision che si svolgerà dal 10 al 14 maggio 2022 al Pala Alpitour di Torino, struttura inaugurata nel 2006 con le Olimpiadi Invernali e ha visto negli anni esibirsi artisti come Pearl Jam, Muse, Alice Cooper, Lady Gaga.

Sempre più un Sanremo indie
Negli ultimi anni Sanremo è sempre più indie. Ma in che senso? Sempre più artisti “indipendenti” hanno fatto il grande passo di andare all’Ariston ma parafrasando le parole di solo pochi anni fa di Massimo Bonelli, AD di iCompany e organizzatore del Primo Maggio Roma, <<la musica indie è la musica attuale, quella che ora è in classifica>>, e le case discografiche finalmente lo hanno capito. Ecco perché, tra gli altri, nel cast 2022 sono presenti cantanti come Giovanni Truppi, Ditonellapiaga e Dargen D’Amico e nelle scorse edizioni Pinguini Tattici Nucleari, Madame, Aiello, Fasma, Junior Cally. I grandi cantanti ormai da parecchi anni non fanno più “numeri” e non sono interessati a partecipare a Sanremo e quindi via al ricambio generazionale. Mentre i grandi nomi del passato come Gianni Morandi si fanno scrivere brani da Tommaso Paradiso e Gazzelle, le case discografiche si trasformano così in vetrine per i nuovi autori e cantanti e quindi ecco spiegata la presenza tra i Big de La Rappresentante Di Lista, Michele Bravi, Rkomi.

La quota Talent
C’è poi la solita “quota Talent” da pagare. Una sorta di assicurazione, un tacito contratto tra Sanremo e i talent. Da X Factor e Amici negli ultimi anni sono stati tanti i cantanti che hanno calcato il palco dell’Ariston e vinto, Marco Carta e Valerio Scanu ad esempio. Ma anche quest’anno ci sono due new entry che arrivano dall’ultima edizione di Amici, il talent di Maria De Filippi, Aka 7even (Best Italian Act agli MTV Europe Music Awards) e Sangiovanni. Perché considerarli Big? Prima di tutto per i fan che li seguono sui social (ricordate il meccanismo del televoto?) e poi perché in pochi mesi hanno venduto più dei Jalisse negli ultimi 25 anni. Sono tra i papabili vincitori perché freschi, giovani e con una carriera tutta da vendere all’estero – ormai lo sguardo è solo all’Eurovision. Nel cast di Sanremo 2022 ci sono anche Emma e Irama provenienti da Amici e Michele Bravi, Giusy Ferreri e Noemi da X Factor.

L’Importanza Dell’Eurovision Song Contest
Fino al 1997 il vincitore di Sanremo partecipava automaticamente all’Eurovision Song Contest – o a volte anche i secondi classificati nel caso di disdetta dei primi, vedi i Pooh che lasciarono il posto a Toto Cutugno e la sua “Insieme: 1992” che vince – ma dal 1998 la Rai decise che l’Italia non avrebbe più preso parte alla competizione musicale continentale fino al 2011. Quell’anno la Rai probabilmente si accorse che aveva perso un vasto pubblico italiano all’estero e, potenzialmente, tanti soldi derivanti dallo streaming del sito Rai.Tv che dal 2016 si è evoluto nella piattaforma multimediale Rai Play.
E proprio negli ultimi anni la Rai ha investito molto nella piattaforma Rai Play che raccoglie mensilmente circa 30 milioni di visite, tantissime per un normale sito, poche per il sito della Radiotelevisione Italiana che dovrebbe macinare molto di più e cercare di superare i competitor streaming per eccellenza, Netflix. Impossibile, apparentemente, anche perché oltre il 95% delle visite (dati Similarweb) deriva dall’Italia e invece vorrebbe aprirsi molto più all’estero. Quindi che fare? Andare a vincere l’Eurovision e fare economia. Fatto. E poi? Continuare a spedire all’Eurovision gente meritevole (e vincere) come Mahmood, Achille Lauro, Elisa, Aka 7even per provare ad aprire un ciclo vincente.
VENTICINQUE ANNI
<<Venticinque anni: nello stesso lasso di tempo Berlusconi è riuscito a diventare simpatico persino a Conte. Che cos’avranno fatto i Jalisse di così terribile?>> si chiede Massimo Gramellini sulle pagine del Corriere della Sera. Ma i Jalisse sulle pagine dello stesso giornale, intervistati da Margherita Montanari, affermano <<ci riproveremo fino al 2030>> mentre Amadeus risponde al vetriolo <<meglio lavorare che lamentarsi>>.
Con un lungo post sui social i Jalisse citano “Vox Populi. Voci Di Sessant’anni Della Nostra Vita” del 2010 del giornalista e vice direttore del celebre Tv Sorrisi e Canzoni Gigi Vesigna e in dettaglio Antonio Ricci nella prefazione scrive: <<per la mia esperienza personale il Festival di Sanremo si divide in Ante Jalisse e Post Jalisse>>. Il Sanremo prima dei Jalisse era <<torbido ed effervescente>> mentre il Sanremo dopo Jalisse non fu più lo stesso, i vincitori di quell’anno <<evaporarono>> invece di essere lanciati in un radioso futuro.
Di tutta la prefazione, di uno dei padri della tv moderna nonché creatore di Striscia La Notizia, però, rimane ben impressa una frase: <<La manifestazione si è trasformata da gara canora a trasmissione televisiva>>. E perciò tra televoti, diritti televisivi, copyright artistici e ospitate televisive che sembrano più che altro “markettate” agli artisti e alle case discografiche, il Festival di Sanremo si avvia in maniera naturale alla sua settantaduesima edizione.
