
250.000 persone in due giorni, arrivate da tutta Inghilterra per assistere a quello che per molti è stato il più grande concerto degli Oasis della storia. Correva l’anno 1996, la band dei fratelli Gallagher era sulla cresta dell’onda da soltanto due anni eppure, quando furono annunciate le due date di Knebworth Park, il 10 e 11 agosto, la fan base accorse in massa registrando il tutto esaurito in meno di 24 ore, battendo ogni record al botteghino del Regno Unito.
Biglietti polverizzati in poche ore, fra code chilometriche fuori dai locali o attese infinite al telefono in attesa di poter mettere mano sul prezioso tagliando. E poi via all’avventura verso l’evento che ha consacrato la grandezza in quel momento degli Oasis, che assieme ai Blur si contendevano lo scettro della scena “brit-pop”. Da quelle due giornate di agosto del 1996, sono passati 25 anni ed ecco che il quarto di secolo diventa occasione per gli Oasis di celebrare <<la Woodstock inglese>> con un documentario che racconta proprio quei due concerti.
La regia del docu-film “Oasis Knebworth 1996”, presentato in anteprima per la stampa a Milano e che sarà nei cinema solo il 27, 28 e 29 settembre, è affidata a Jake Scott, figlio del grande Ridley (elenco delle sale su www.nexodigital.it e www.oasisknebworth1996.com) . La narrazione lascia poco spazio ad arzigogoli stilistici e registici ma va dritta al sodo, ovvero mettendo al centro della scena la celebrazione della band nei due giorni in cui, come disse Noel, si fece la storia. Parte del leone nel racconto lo fanno le testimonianze dei fan che furono presenti a Knebworth: allora adolescenti o poco più, oggi uomini e donne adulte che a distanza di un quarto di secolo continuano a portare quel concerto in cima alla personale hit parade dei ricordi del cuore.
Per quanto riguarda invece le immagini, oltre agli spezzoni del concerto, sono presenti anche pezzi riguardanti le prove e tutto quanto successe nell’immediata vigilia di un concerto che in realtà aveva tutte le carte in regola per essere un vero e proprio festival. A fare da gruppo spalla ai fratelli Gallagher, infatti, c’erano band come Manic Street Preachers, Charlatans, Prodigy e molti ancora, a cui nel documentario è riservato uno spazio men che marginale.

In quegli anni il Regno Unito che si stava lentamente riprendendo da un decennio di recessione, dopo gli anni ’80 la nazione stava cambiando per l’ascesa di quella Cool Britannia di cui gli Oasis sono una delle incarnazioni più energiche e spavalde. Dall’industriale e cupa Manchester, gli Oasis erano diventati una delle più grandi band del mondo e hanno regalato ai fan accorsi a Knebworth un concerto senza pari seppur Noel si stupisca affermando <<Non posso credere che non abbiamo mai suonato Rock ‘n’ Roll Star!>>. I due show sono stati l’apice del successo della band ma anche il raduno di riferimento per un’intera generazione.