Jeson: “Bisogna Avere Forza Di Volontà Per Cambiare Le Cose”

Fuori Da Un Oblò” è il primo EP di Daniele Fossatelli in arte Jeson. Sono sette i brani attraverso i quali l’artista classe ’98 racconta la sua Odissea psicologica vissuta durante il primo lockdown: ha perso il lavoro, è appena uscito dalla terapia ed è in crisi con la propria ragazza.

Ma solo la musica è riuscito a salvarlo nei mesi di quarantena. “Fuori da un Oblò” è un lavoro dal sound internazionale che si ispira ad artisti come 6lack, Ampha Rose, the Weeknd fino ad arrivare alle nuove correnti rap di Olanda, Francia e Germania.

Ecco l’intervista a Jeson!

“Fuori Da Un Oblò” racconta la tua Odissea psicologica vissuta durante il lockdown. Immaginavi di scrivere il tuo primo EP su questi temi?
Il periodo che stiamo vivendo sicuramente non aiuta, non puoi stare bene e non risentirne psicologicamente , il primo lockdown per me è stato un inferno, la mia testa è sempre stata un inferno. Sto cercando di cambiarla e la musica è un’ottima terapia, lo è sempre stata.
Se mi avessero fatto questa domanda qualche anno fa la risposta sarebbe stata no!
Ora so di essere questo e non posso far altro che parlare di questo, come dicevo prima la musica è una cura, scrivo ancora per bisogno fortunatamente.


Sono stati mesi duri in cui hai perso il lavoro e hai affrontato una crisi con la tua ragazza. Come ne sei uscito?
Si, ho avuto vari problemi ma quelli più grandi pensano siano stati sempre dentro di me, delle volte me li creo quasi apposta. Tante persone vivono queste situazioni, bisogna avere forza di volontà per cambiare le cose che non ci piacciono e non è facile trovarla, io l’ho trovata grazie a qualcosa in cui credo veramente, senza la forza di cui parlo non sarebbe esistito Jeson.
Nei miei pezzi molto spesso faccio intendere che non me la viva molto bene, la malinconia è una cosa che ho dentro però so di poterla controllare, il primo passo per risolvere questo tipo di problema è ammettere di averne uno.

Ti descrivi come un marinaio in un viaggio solitario con la tua barca. Dove vuoi arrivare?
Per quanto abbia capito molte cose di me e della mia musica ho ancora molto da raccontare, non c’è un limite all’introspezione. Sicuramente sono molto determinato in quello che faccio, voglio portare in Italia qualcosa di nuovo e di mio allo stesso tempo.
Voglio trasmettere un messaggio, quello di non perdersi, quindi la meta può essere qualsiasi posto l’importante è che non sia quella da cui sono partito.


In “Fuori Da Un Oblò” descrivi i tuoi pensieri e le tue emozioni ma è anche un disco di riscatto personale. Come credi invece che sarebbe stato l’EP se la tua vita fosse rimasta quella di prima?
Avrei parlato di altro, bisogna maturare per affrontare questi argomenti e per capirli a fondo.
Non credo sia ancora un riscatto, ma lo vedo come un semplice un monologo, quasi come parlare al mio psichiatra.

Indubbiamente queste canzoni hanno un sound più internazionale rispetto a tanti tuoi colleghi. Ci sono degli artisti in particolare ai quali ti ispiri?
Sono molti gli artisti a cui mi sono ispirato… The weeknd, Post Malone, Anfa Rose, Gashi, 6lack.

In queste 7 canzoni parli anche dei tuoi errori e delle tue paure. Quali sono oggi?
Ho paura di non riuscire a capire chi sono. Sono giovane per pensare a certe cose però voglio avere un’identità sia musicale che personale.

Come descriveresti “Fuori Da Un Oblò” in due parole? So che il titolo è già abbastanza esplicativo…
L’EP va preso per quello che è: un viaggio.

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