Ermal Meta: “A Sanremo Con Una Canzone D’Amore Verticale Scritta In 10 Minuti”

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<<E scoprire che volersi bene è più difficile che amarsi un po’ di più>>

Stavolta Ermal Meta si è <<messo in platea>>: descrive così “Tribù Urbana”, il nuovo album in uscita il 12 marzo, una commistione di diversi suoni e generi, <<fil rouge che unisce le persone>>. Ma con una vittoria alle spalle come ci si ripropone? A tre anni di distanza da “Non Mi Avete Fatto Niente” in coppia con Fabrizio Moro <<non mi aspetto di andar lì e di fare una nuova scorpacciata>>, lo spirito è diverso: all’Ariston perché è <<l’unico palco su cui si possa salire>>.

In gara con “Un Milione Di Cose Da Dirti”, un brano fiabesco, una <<canzone d’amore verticale>> scritta <<in 10 minuti>> tre anni fa e che l’artista vuole <<lasciare aperta>>. Il Covid gli ha messo i bastoni tra le ruote ma <<ci sono state ruote molto più grandi>> che si sono fermate e intanto Ermalha potuto concentrarsi sui suoi brani.

Parlando di “No Satisfaction”, l’estetica dei video <<è importante>> ma l’artista preferisce concentrarsi su “Gli invisibili”: <<Da un viaggio negli Stati Uniti, ho fotografato gli homeless, uno di loro mi ha raccontato la sua vita ed era il giorno del suo compleanno; una bella storia che nessun altro avrà mai ascoltato>>. Così Ermal immagina un esercito di invisibili che diventano supereroi; ma è stato lui stesso un invisibile quando era un autore, ed è arrivato al punto in cui voleva cantare le sue canzoni. Altro brano: “Il Destino Universale” parla di lui (<<Ermal ha 13 anni e non vuole morire>>), una vera testimonianza, un destino universale che ritorna ogni volta – nato a Fier, Albania, e trasferitosi a 13 anni in Italia troncando ogni rapporto con il padre violento.

Ermal Meta – Foto di Emilio Timi

Accompagnato dalla Napoli Mandolin Orchestra<<ho mandato una tape piano e voce e l’ho mandata a Diego Calvetti, suggerendogli che avrei voluto farla con dei mandolini di Napoli>>giovedì 4 marzo l’artista porterà sul palco la cover di “Caruso” di Lucio Dalla, proprio nel giorno del suo compleanno, e ammette di aver <<scelto la canzone che tutti mi hanno sconsigliato di fare>> per una sfida con sé stesso. <<Preferisco la serata delle cover>> – afferma il cantautore, mentre con Baglioni vi furono solo riadattamenti dei brani già in gara con ospiti – ma per un duetto, ammette <<avrei scelto Samuele Bersani o i Tiromancino>>. Ermal va <<controcorrente, senza featuring>> ma promette che <<vedrete qualcosa in futuro>>, fuori dal disco e per puro gusto artistico.

<<Tentato nel portare a Sanremo ‘Stelle Cadenti’ ma ‘Un Milione Di Cose Da Dirti’ era più giusta>> mentre su “Vita Da Fenomeni” ammette in romanesco di <<non essere più il ghepardo de na volta>> anche se continua ad allenarsi con corsa e pilates e nella vita tifa Napoli e si sente <<un po’ mediano>>. Mentre si studia Marte, per la libertà individuale siamo ancora indietro e “Nina e Sara” <<parla di un’estate del ’97 in Sud Italia>>, il brano nasce da un fatto personale: <<Da ragazzo avevo una fidanzatina, era un’anima in pena e non capivo cosa avesse; poi ci siamo lasciati e dopo due, tre anni dopo l’ho trovata felice e fidanzata con una ragazza>>.

Qual è il milione di cose da dire di Ermal Meta? <<Non ho messaggi particolari da lanciare, vado a Sanremo per un proposito solo musicale>>. L’anima rock di Ermal viene fuori con “No Satisfaction” ma <<non ho mai portato una ballad a Sanremo>>, per questo presenta “Un Milione Di Cose Da Dirti”.

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