L’urgenza sociale di Luciano Nardozza nel nuovo brano “Rana Bollita”

Il cantautore Luciano Nardozza è tornato con “Rana Bollita” in cui ha fatto ricorso al rap amalgamato a una buona dose di metal.

“Un brano sull’utilizzo delle parole che soprattutto oggi ha assunto la valenza di vera e propria arma di ‘distrazione di massa’. Basti pensare al termine ‘complottista’, messo in giro nel ’64 proprio quando la versione ufficiale della commissione Warren sul caso Kennedy veniva messa in dubbio da taluni sulla base di evidenti falle e incongruenze. La parola divenne quindi il mezzo tramite cui i poteri forti potevano far sì che la massa percepisse ogni dubbio sulla verità ufficiale come assurdo e totalmente infondato, ridicolo. Nuovamente, oggi, la parola all’ordine del giorno è ‘negazionista’, utilizzata per la prima volta contro coloro che negavano un qualcosa di orrendo e purtroppo reale come l’olocausto, ma allargata in questo momento storico – non si sa perché – a coloro che in modo pacifico mettono in discussione anche solo la gestione sanitaria e politica della ‘pandemia’. Di nuovo, sapienti armi di distrazione di massa.”

Nardozza spiega così la genesi di “Rana Bollita”:

“E mentre la gente diventava più esasperata, più disperata dalla crisi economico-sociale in atto, coloro che avrebbero dovuto guidarci fuori da questo pasticcio cercavano di venderci in conferenze stampa ufficiali i favolosi effetti dell’introduzione del cashback (per una società ‘cashless’), con addirittura lotterie e premi degni dei migliori imbonitori, dimenticando che la gente, per spendere del denaro – sia esso fisico o virtuale – deve prima possederlo. A quel punto ho imbracciato l’unica arma che io possegga, la chitarra. Ho sentito che tutta questa insofferenza, questa rabbia, questa incredulità, doveva essere trasformata, sublimata in qualcosa di forte, incisivo e che potesse avere un effetto di risveglio delle coscienze. Credo che la rabbia sia fondamentale, che vada fatta confluire in modo pacifico in una azione che abbia forza, che possa esprimere quello che viviamo. Se la si congela si trasforma in depressione. Guardate un bambino sano: esprime la sua gioia e la sua rabbia con naturalezza perché è qualcosa di vitale. Per i poteri forti è meglio avere a che fare con gente depressa che arrabbiata, certo, così come per un genitore è meglio che il bimbo vivace stia in un angolo tutto tranquillo, così non dà fastidio. Bisogna conservare il senso della prospettiva e soprattutto la lucidità mentale affinché questo grosso motore – la rabbia – venga guidato dalla Consapevolezza, in modo da svolgere il nostro compito avendo sempre in mente la realizzazione di qualcosa che faccia bene a tutti.”

Ascolta “Rana Bollita” di Luciano Nardozza.

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