Isabella Turso: “In ‘Big Break’ Forte Sinergia Tra Musica E Ambiente”

Isabella Turso, una delle compositrici e pianiste più rappresentative in Italia di stile neoclassical new-age, ha pubblicato il 29 maggio il nuovo album “Big Break” contenente il singolo “Sliding Doors”, il cui video è girato al MUSE di Trento.

“Big Break” esprime una forte combinazione tra musica e ambiente con riciclo e innovazione. Ora l’artista è tornata con la versione remix di “Sliding Doors”: il video rappresenta un viaggio visivo e sensoriale che racconta in maniera simbolica ed emotiva l’ingresso di un cambiamento in un sistema.

Abbiamo intervistato Isabella Turso sul nuovo album “Big Break” e sulle due versioni di “Sliding Doors”, del suo rapporto con l’ambiente e non manca qualche curiosità.

Il video dell’album version di “Sliding Doors” è girato al MUSE – Museo della Scienza di Trento, progettato da Renzo Piano, in cui si incontrano passato e futuro, ere geologiche ed ecologia. Come mai la scelta è ricaduta proprio sul MUSE?

Il MUSE è nella mia città, Trento, ed è una realtà culturale che conosco molto bene. Ho realizzato altri progetti in passato in quel luogo che per me è molto speciale e unico nel suo genere. Un museo che racconta la nostra storia, ma è anche proiettato nel futuro con la sua architettura eco sostenibile che definirei un’opera d’arte contemporanea. Raccoglie la storia del nostro pianeta e si lega perfettamente al concetto del mio album, “Big Break”, che si basa su una forte sinergia tra musica e ambiente. “Sliding Doors” è il singolo che meglio rappresenta la bidimensionalità tra passato e futuro, è il bivio, quell’elemento imprevedibile che ci troviamo di fronte e ci costringe a scegliere.

Recentemente è uscito il remix proprio di “Sliding Doors” (il video lo trovate sotto ndr) ad opera di Uhlmann e Luca La Morgia. Come è nata l’idea del remix? Che effetto ti ha fatto, sentire un tuo brano classico contaminato da suoni elettronici e basi?

Mi piace l’idea che sta alla base di un remix, la scomposizione che, partendo da una cellula preesistente, si trasforma in qualcosa d’altro. Riciclare il “vecchio” per creare il “nuovo”. Durante il lockdown ho potuto ascoltare qualche brano del nuovo lavoro di Alex Uhlmann, un artista che seguo dai tempi dei Planet Funk, e ho pensato potesse essere l’artista ideale per questo nuovo progetto. L’ho contattato e gli ho fatto ascoltare subito il brano “Sliding Doors”, gli piaciuto molto e ha coinvolto il suo produttore Luca La Morgia per iniziare il lavoro. Mi sono trovata benissimo con entrambi, ci siamo confrontati sull’idea di un remix diversa dal semplice utilizzo campionato di una sezione di un mio brano. Volevo che fosse mantenuto l’aspetto classico nel mio modo di suonare e anche nell’utilizzo sinfonico di strumenti come archi e arpe, il tutto mixato con suoni elettronici.

“Big Break” (“grande occasione” ma anche “grande rottura” con il passato) è il titolo del tuo nuovo album. È un punto di rottura con il passato e una rinascita, il progetto esprime anche una forte combinazione tra musica e ambiente. Ti sei allontanata dalla tua comfort zone, come stai vivendo questa ‘nuova vita artistica’?

Sì, è una grande occasione perché mi piace pensare che la fase di sospensione che ci sta coinvolgendo a livello globale possa rappresentare anche un’opportunità per cambiare direzione e aggiustare il tiro. Personalmente ho creato una rottura con un passato che mi teneva ferma, ho realizzato di poterlo superare per sentirmi più libera e forte, svincolata da legami con situazioni statiche.

I capi da te indossati per lo shooting fotografico del disco “Big Break” sono realizzati con materiali di scarto e riciclabili. Da dove nasce il tuo amore per l’ambiente? Durante il lockdown la natura si è ripresa i suoi spazi, credi che per un perfetto equilibrio climatico l’uomo debba fare ben più di qualche passo indietro?

Per lo shooting della copertina ho indossato diversi abiti del progetto SCART (www.scartline.it), realizzati appunto con materiali riciclati. Per esempio, per la copertina ho indossato un abito molto particolare creato con camere d’aria di bici e scooter, otto chili di abito… Volevo evidenziare simbolicamente il forte legame tra musica e natura. Noi tutti abbiamo la responsabilità di prenderci cura del mondo che ci circonda e questa fase di sospensione, che racconto astrattamente con il mio “Big Break”, ci deve far riflettere su quanto abbiamo fatto finora e su cosa possiamo fare per cambiare il futuro.

Nel video della versione originale di “Sliding Doors” c’è questo fil rouge che unisce la musica e l’essere umano con la natura. Credi che proprio la musica possa portare l’uomo verso una più ampia ambientalizzazione? In che modo?

La musica è intimamente legata al mondo che ci circonda, evoca immagini più di qualunque altro linguaggio e crea vibrazioni. Ci rende più sensibili, più recettivi. Questi aspetti sono fondamentali per riappropriarci delle sensazioni che ci legano, attraverso un immaginario filo rosso, al nostro Pianeta.

Pino Donaggio, Ennio Morricone, Dargen D’Amico, Paolo Fresu. Queste sono alcune tra le tue collaborazioni e ispirazioni. Ma quali sono oggi gli ascolti di Isabella Turso?

Ultimamente cerco di ascoltare il più possibile me stessa.

Ultima domanda. So del tuo amore sconfinato per il cinema e ti chiedo: se avessi potuto musicare un film uscito negli ultimi vent’anni, quale sarebbe e perché?

Mi è piaciuto molto il film “Green Book”, il tema tra l’altro è estremamente e tristemente attuale. Mi sarei sbizzarrita a comporre in uno stile crossover tra classico e blues, due generi che all’epoca riflettevano le diseguaglianze tra classi sociali, e farle dialogare attraverso la mia musica.

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