Leanò: “Introspettivo e Paesaggistico: ecco ‘Tempio’, il mio EP d’esordio”

Eleonora Pisati in arte Leanò è una cantautrice indie-pop che ha da poco pubblicato il suo EP d’esordio “Tempio”.

Di origini cilentane, Leanò è una delle voci più interessanti dell’underground milanese che dopo il singolo “Alba” torna con un nuovo e brillante capitolo, tra gioco e introspezione, una delle colonne sonore dell’estate 2020.

“Tempio” è il tuo EP di debutto, sei brani in cui metti a nudo la tua intimità cantautoriale. Come descriveresti l’EP in due parole?

Difficile scegliere solo due aggettivi, ma ti direi introspettivo e paesaggistico.

In che modo il tuo rapporto con la natura influisce sulla scrittura delle canzoni? Come nasce un brano di Leanò?

Quando scrivo una canzone tendo a guardarmi intorno e la prima cosa che di solito noto è la natura che mi circonda. Anche per descrivere i miei stati d’animo fin da piccola ho sempre usato metafore del mondo naturale, è proprio una cosa che mi viene fuori in modo istintivo (sarà perché mi manca vederne tanta nella metropoli). Quando sento il bisogno di mettere a parole quello che sto provando o che ho provato, nasce una canzone. A volte è quasi un gioco, altre, più “seriamente” cerco di scoprire quello che mi passa per la testa. È un lavoro abbastanza istintivo, a cui a volte segue una scrematura più tecnica, ma le canzoni che nascono di getto sono quelle di cui sono più soddisfatta.

Leanò intervista End of a Century

I singoli “Notte” e “Sabbia Nelle Tasche” sono state due gustose anticipazioni dell’EP “Tempio”. Quanto le tue origini cilentane hanno influenzato sulla musica di questi due brani?

Molto! Soprattutto in questi due: entrambi sono stati scritti in un mood nostalgico post ritorno in città, il desiderio di tornare al mare, anche solo con l’immaginazione, e il bisogno di prendere una pausa dalla vita frenetica della metropoli è quello che ha ispirato la maggior parte dei due testi. In “Notte” le origini cilentane si fanno più sentire nello Special in cui riprendo una filastrocca delle zone dei miei nonni (“Cristo piangeva, e la Spagna di fuoco pioveva neve…”)

Ultima domanda. Quale saranno i tuoi ascolti per questa strana estate 2020?

Per ora sto ascoltando praticamente solo Trevor Hall, ma credo approfondirò le scoperte di questo ultimo periodo: Kolinga, Mayra Andrade, ecc
Poi magari anche un po’ di sano neomelodico napoletano, che nelle giuste occasioni ci sta sempre bene.

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