
Utopia, distopia, cielo e Terra, Olimpo e Inferi. Continui dualismi raccolti in 11 tracce in cui Lily Kershaw ci porta in un viaggio spaziale nella sua “Arcadia”.
Arcadia è non solo una regione dell’Antica Grecia il cui nome deriva da Arcade (figlio di Zeus e della ninfa Callisto) ma anche la ben più nota astronave di Capitan Harlock, in cui diverse realtà dell’Universo si contrappongono e si mostrano al suo occhio per come realmente sono.
Lily è una ‘compulsive songwriter’ che viene da Los Angeles e dopo “Midnight In The Garden” (2013) e “Lost Angeles” (2018) è tornata con il nuovissimo lavoro “Arcadia”.

In questo LP la compulsiva artista americana si fa raggiungere dal suo pubblico nell’intimità e riesce a far vivere di vita propria i suoni analogici dell’organo, del clavicembalo e della chitarra. Il risultato è una coperta musicale ideale per far risaltare la sua voce, dolce e feroce al tempo stesso, accettando i misteri dell’Universo intero.
“Allo stesso tempo in cui esisto in una crisi esistenziale, c’è anche questa parte di me che accetta pienamente la realtà di essere viva e la adora. Quell’accettazione mi ha anche permesso di essere più profonda. Che le persone se ne rendano conto o no, io mi sento di rivelare molto”
Il disco vede la collaborazione del producer e artista Ben Cooper (Radical Face) e l’idea stessa di fare un nuovo disco le è stata suggerita da una voce interiore:
“All’inizio dell’anno ero ossessionata dalla parola ‘Arcadia’. Stava picchiando nel mio cervello fino a che non ho urlato ‘Vuoi che vada in Arcadia?’ E allora sono tornata calma e ho pensato ‘no, è un disco, vai a fare un disco che si chiami Arcadia’”

Arcadia si sviluppa nelle contrapposizioni come mortale e immortale, realtà e distopia, che dividono in due l’animo di Lily e da sempre la tengono con i piedi per terra. Esoterismo e loop infiniti sono i punti cardine di “Arcadia” in cui la Kershaw racconta momenti di vita reale, toccando temi con l’amore, la sofferenza, la tristezza, la morte la paura.