“Down The Rabbit Hole” (in italiano “Giù nella tana del coniglio”) è un’espressione inglese che significa “entrare in una situazione o iniziare un viaggio particolarmente strano, problematico, difficile, complesso o caotico”.
Una metafora per l’ingresso nell’ignoto, un’espressione gergale che identifica una esperienza psichedelica, come, ad esempio, quella trattata in “Alice nel Paese delle Meraviglie”.
Glen Hansard, così come il Bianconiglio incuriosisce Alice facendola cadere nella sua tana, ci porta nella sua casa di legno in Irlanda in cui l’amore, l’amicizia, la depressione, gli amici perduti, le risse da bar, l’alcol e i sentimenti si mescolano in una serata di pura passione.
Un’avventura nell’ignoto mondo di Glen, dei The Swell Season, dei The Frames, in una dimensione isolana che dal 1990 al 2020 è cambiata e continua a cambiare, dalle risse da bar nella Festa di San Patrizio fino alle 39 vittime cinesi trovate in un container vicino Londra.
L’artista si lascia andare con qualche parola in italiano sui cori del pubblico (“Da Paura”) e apre il suo cuore a racconti divertenti ma malinconici ricordando il suo amico Danny Sheeny in “Leave a Light” (“Io e il mio amico siamo saliti su una tradizionale barca irlandese, non serviva avere forza ma dovevo solo avere stamina, un concetto che ho capito più avanti… Abbiamo viaggiato dall’Irlanda verso il nord della Spagna, non avevamo bisogno di soldi con noi, visitavamo piccoli villaggi rupestri e ci attrezzavamo”).
Ancora prima di essere un artista, Glen è un uomo di sani principi, amicizia e amore, due concetti che ritornano spesso nei testi dell’isolano. Due ore e mezza di racconto, con e senza microfono, guardando in faccia i volti delle primissime file, una cover dei Deus (“Hotellounge”), resa sua dalla straordinaria voce dolce e graffiante e i brani del nuovo “This Wild Willing” ad arricchire la scaletta.
Rovine, porte chiuse, morti, dedica al suo amico di Seattle (Eddie Vedder). Alti e bassi nella vita di uno degli artisti musicalmente più lineari dell’ultimo trentennio si avvicendano tra dita e corde vocali. Glen Hansard è il Bianconiglio che Alice ha rincorso nella sua folle corsa ritrovandosi dinanzi a un mondo nuovo, sconosciuto e affascinante, proprio come i luoghi e i testi delle canzoni dell’Irish Man.
SCALETTA
- I’ll Be You, Be Me
- The Moon (The Swell Season cover)
- My Little Ruin
- When Your Mind’s Made Up (The Swell Season cover)
- Bird of Sorrow
- This Gift
- The Closing Door
- Fitzcarraldo (The Frames cover)
- –
- Didn’t He Ramble
- Leave a Light (Dedicated to Danny Sheeny)
- Race to the Bottom
- Brother’s Keeper
- Way Back in the Way Back When
- Grace Beneath the Pines
- Lowly Deserter
- Her Mercy
- Star Star (The Frames cover)
- Hotellounge (dEUS cover)
- Fool’s Game
- Song of Good Hope
- The World (Nina Hynes cover)
- Good Life of Song
- Falling Slowly (The Swell Season cover)