Zucchero: “D.O.C., un segreto da mantenere e da ricondurre alla vita”

Zucchero - Foto di Robert Ascroft
Zucchero – Foto di Robert Ascroft

Dopo l’ascolto in anteprima del nuovo disco “Doc”, in quel dello Spirit de Milan – nel capoluogo lombardo – Zucchero si è sottoposto alle domande e alle curiosità dei giornalisti, ecco alcune delle sue dichiarazioni in conferenza stampa:

“Quando ho iniziato a comporre l’album ho pensato a come avrei potuto creare un lavoro che non fosse soltanto la protesi del mio disco precedente e partendo da questo ho iniziato la mia ricerca. Non è stato facile perchè in precedenza sono stato in tour due anni e poi ora tutto cambia e muta velocemente, riguardo alla musica. Ho messo insieme un team di lavoro, con Max Marcolini e Don Was, che si occupasse rispettivamente della parte “organica” e della parte elettronica “calda”, cercando produttori che sapessero lavorare su suoni da combinare agli strumenti”.

Poi continua precisando sui testi di un album che ha una definizione molto intimista:

“Ho pensato a scrivere quello che sento, ciò che mi circonda sia in Italia sia nel mondo. Mi sono accorto che ci sono luci e uno spirito da seguire. E’ come se, per me ateo convinto, sentissi una redenzione. Percepisco una fede, che non deve essere per forza inquadrata verso “Dio” nell’accezione più classica, cristiana. Sono molto geloso di questo album, ho toccato delle cose intime. Era quasi come un segreto da mantenere e da ricondurre alla vita”.

Zucchero nuovo album "D.O.C."

Infine sulle sue origini:

“Sono “malato” (inteso come molto appassionato, ndr) delle mie radici, più vado avanti più me le sento addosso in maniera profonde.
Nelle canzoni mi piace mettere anche qualche frase in dialetto, perchè con poche parole a volte mi aiutano a esprimere un concetto in maniera sintetica: sono espressioni calde, che mi ricordano la mia infanzia; una cosa alla quale penso spesso quando sono in giro per il mondo”.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.