The Low Anthem, Ben Knox Miller: “Charles Darwin ha significato molto per me” – INTERVISTA

The Low Anthem intervista End of a Century

Ben Knox Miller e Jeff Prystowsky fondano The Low Anthem nel 2006 dopo essersi conosciuti tra concerti e partite di baseball dei Providence Grays, squadra della loro città natale.

Nel 2007 pubblicano il primo LP “What The Crow Brings” seguito nel 2008 dal piccolo capolavoro “Oh My God, Charlie Darwin” che gli dà la possibilità di esibirsi in importanti festival come Newport Folk Festival, Lollapalooza e Glastonbury. Seguono “Smart Flesh” (2011), “Eyeland” (2016) e “The Salt Doll Went To Measure The Depth Of The Sea” (2018).

La band statunitense tornerà il 7 dicembre a Milano per un’unica data in cui riproporrà alcuni brani proprio dal rinomato “Oh My God, Charlie Darwin e noi abbiamo intervistato Ben Knox Miller sul passato e presente della band!

The Low Anthem in concerto il 7 dicembre a Milano

Venite da Rhode Island, il più piccolo stato degli Stati Uniti, terra di band come Daughters, Belly e la leggenda John Cafferty. The Low Anthem sono nati nel 2006, quando artisti come Bright Eyes, Eels e Death Cab For Cutie guidavano la musica indipendente americana.
Cosa ha ispirato l’album di debutto “What The Crow Brings”?

Quello era un disco da letto. Mbox (Mailbox). Cuscini alle pareti per attutire il suono. Non ricordo cosa stavo ascoltando nel 2007 ma molte canzoni provengono da storie che mi hanno raccontato. Ce n’è una su un pub di New York in cui i soldati appendevano forcelle a un candeliere per portare fortuna. Ce n’è una su un cantautore di Nashville che vive per scrivere e scrive per vivere. Un milione di storie ogni giorno di passaggio. E queste erano solo alcune.

“Oh My God, Charlie Darwin” è stato pubblicato nel 2008 e lo suonerete di nuovo sui palchi di tutto il mondo, inclusa l’Italia. Un album persuasivo dal fascino oscuro che segue la linea tracciata negli anni da artisti come Leonard Cohen e Tom Waits, nato nel culto di Charles Darwin.
Quali artisti e musica in particolare hanno ispirato l’album?

Cohen e Waits hanno significato molto per me. Ma anche Charles Darwin. E Jack Kerouac. Lo spaccato di vita di Leonard in ogni aspetto ha sottoscritto qualsiasi cosa io abbia fatto.

The Low Anthem copertina album "Oh My God, Charlie Darwin"

Nel 2009 vi siete esibiti per la prima volta al Newport Folk Festival, grazie al successo di “Oh My God, Charlie Darwin”.
Com’è stato suonare nel vostro stato? Avete qualche aneddoto speciale da raccontarci a proposito di quella performance?

A Newport è stato incredibile per noi.

Descrivete “Oh My God, Charlie Darwin” in questo modo: “Ascoltare il disco è come rifugiarsi durante un temporale tra i resti nostalgici in una chiesa danneggiata dall’acqua, i cui nuovi inquilini – ratti, gufi, cani randagi e serpenti – fanno parte di un fiorente ecosistema sgradevole e competitivo”.
Come siete arrivati a questa descrizione?

Ascoltarlo ora, è come coltivare del terriccio. Il ricco terreno nero è pieno di vermi e micro-plastiche. Ti trovi sotto a un cavalcavia. È notte. Il rumore del traffico produce un breve silenzio e senti che qualcuno, qualcosa ti guarda. Non sei solo e questo ti conforta, ma chi ti sta guardando?
La tua mente è inquinata da chiacchiere politiche.
Senti il tuo telefono vibrare in tasca.
In conclusione, scopri di non avere il tuo telefono.

E ancora “Il disco di Darwin riguardava il degrado ambientale e le perturbazioni sociali e la morte della moralità, tutte cose molto importanti”. A proposito di questa affermazione, come vi sentite – e cosa ne pensate – della situazione climatica globale e degli eventi che si sono recentemente verificati in tutto il mondo?

Tutto quello che posso dire è che non sono sorpreso. Le persone sono capaci di un male profondo e il libero pensiero è una merce rara al giorno d’oggi. Sorvegliamo e proteggiamo noi stessi e gli altri. Veniamo radunati lungo percorsi sempre più stretti. Dovremmo tornare alla terra, ma non è rimasto nessuno. Meno di una percentuale dei contigui Stati Uniti non è stata chiaramente definita e riprogettata. Andremo su Marte. Troveremo un modo per sopravvivere. Carne in provetta. Perfetto cibo da laboratorio disidratato. Avremo bisogno di una nuova propaganda sulla tolleranza dello spirito umano solo per andare avanti.
I creduloni abbracceranno il nuovo paradigma e il futuro apparterrà a loro 🙂

Il 7 dicembre suonerete a Milano. Cosa vi piace di più dell’Italia?

L’ultima volta che sono stato in Italia, il mio amico Dan e io ci siamo seduti su un muro di pietra ai margini di un antico cimitero privato con una canna e una bottiglia di vino fino alla luce del giorno. Di cosa diavolo abbiamo parlato? Nessuno lo sa. Le parole che diciamo sono occasionalmente importanti. L’amore che condividiamo è breve ed è tutto.

The Low Anthem in concerto il 7 dicembre al Circolo Ohibò di Milano

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