
I Quartieri, sei anni dopo. Tante cose sono cambiate nel mondo della musica dal 2013 ad oggi, anno del primo disco della band romana, “Zeno”.
Nel 2013 prendeva forma la trap, Calcutta non esisteva ancora, i Thegiornalisti dovevano ancora pubblicare “Fuoricampo” e i Fast Animals And Slow Kids erano ancora una band indipendente.
E così via. Un’altra era geologica.

Oggi, la band romana torna, sempre con 42 Records, con 9 brani tra Radiohead, Sigur Ros, Riccardo Sinigallia e The XX in una miscela ben congeniata di canzoni tra pop e canzone d’autore italiana.
Dalla delicatezza di un accordo (“Vacanze Su Marte”) alla prepotenza della drum machine (“Balla Balla Damerino”) fino all’indie rock che fa capolino di tanto in tanto (“Siri”).
I Quartieri prendono tanto dalla musica d’autore britannica quanto da quella italiana, la ‘scuola romana’ di Fabi, Sinigallia, Zampaglione ma anche da altri come Samuele Bersani, Sergio Cammariere e Ivano Fossati.

Un disco certamente non in linea con i tempi dettati dalle leggi di classifica ma curato nel dettaglio direttamente da Fabio Grande nel suo studio (già al lavoro con Colombre e Maria Antonietta) per un liquido amniotico musicale in cui tempo e spazio si fermano per lasciare spazio all’essenza della musica.