
di Giulia Attardi
E anche questo Indiegeno è andato. Siamo arrivati ormai alla sesta edizione ma ogni anno viviamo male la fine, perché lascia nel paese una grande malinconia e soprattutto tanto silenzio. Possiamo sicuramente dire che anche quest’anno è stato tutto bellissimo.
Vorrei innanzitutto partire dai ringraziamenti che vanno a tutti gli addetti ai lavori che dopo mesi di organizzazioni, in questi giorni hanno corso come gli atleti che corrono la staffetta, con un meraviglioso gioco di squadra e una pazienza inestimabile.
Le prime tre serate si sono mosse intorno ad un grande palco sulla spiaggia, dove si sono alternati: Clavdio , Fulminacci, Canova e Franco 126 per quando riguarda la prima sera; Redh, Avincola, Mox accompagnato dalla sua band, Myss Keta e infine Carl Brave con tutto il suo team di fantastici musicisti per la seconda serata; e infine il terzo giorno si è chiuso con più quote rosa possibili tra cui B., Margherita Vicario, Coma Cose e Izi.

Il viaggio itinerante della musica indie (e non solo) si è poi spostato nel resto del paese, e dal mare ha risalito la montagna, andando nel borgo antico sempre della città di Patti. Il 5 e 6 Agosto il Borgo ha aperto le porte alla cultura, con installazioni in ogni punto, visite guidate a chiese e monumenti, dediche per il maestro Camilleri da poco scomparso e l’immancabile musica sul palco della piazza del centro storico dove anche qui protagonista è stata l’eterogeneità degli artisti sul palco. Dalla canzone d’autore palermitana di Alessio Bondì alla musica folk americana di Black Snake Moan (anche se trattasi comunque di un artista italiano), il romano Mustrow, i Frollein Smilla e Marcondiro.
Il 7 agosto è stata una serata incredibilmente magica, in cui ci siamo praticamente stretti tutti in un enorme abbraccio, circondati dalla bellezza del paesaggio. La prima cornice meravigliosa è stata quella della riserva naturalistica dei laghetti di Marinello dove centinaia e centinaia di persone in pellegrinaggio si sono pazientemente sedute ad aspettare il tanto atteso quanto misterioso ospite rimasto segreto fino a quel giorno, e su cui il paese ha lanciato scommesse di ogni tipo. Prima della sua esibizione però ci sono stati altri ospiti speciali e inattesi: i Joe Victor da Roma, con il loro sound e soprattutto il calore della voce di Gabriele Amalfitano.

Dopo 40 minuti di live del duo è apparso l’ospite: Luca Barbarossa, che ha portato un po’ di romanità con i suoi racconti e le sue canzoni. La serata per molti del pubblico non è finita lì però, perché l’Indiegeno ha voluto sorprendere fino all’ultimo secondo e così, il teatro di Tindari ha aperto le sue magnifiche porte all’alba con il concerto di Daniele Silvestri.
E anche qui il pubblico ha stupito tutti: gran numero di persone partecipanti, nonostante fossero le 5 di mattina. Si sono ritrovati a cantare tutti insieme al cantautore romano che come sempre ha fatto ballare, ridere ed emozionare. Non si può non citare il bellissimo discorso che Silvestri ha dedicato a Borsellino, prima di cantare il brano “L’appello”, rivolgendosi direttamente al fratello del magistrato, presente al concerto. Momento empatico, di grande unione, che in questa terra in particolar modo ha emozionato ancora di più.

Grazie Indiegeno, ci mancherai come manca l’amore estivo conosciuto a 16 anni dal quale bisogna separarsi per tornare nella propria città ma che speri di ritrovare l’anno successivo, magari diverso ma più bello che mai.