SLIPKNOT: la recensione di “We Are Not Your Kind” (2019)

NOME

Slipknot

GENERE

Metal/Crossover

ESORDIO

Slipknot (1999)

ULTIMO ALBUM

We Are Not Your Kind (2019)

COPERTINA

ELENCO CANZONI

Insert coin
Unsainted
Birth of the cruel
Death because of death
Nero forte
Critical darling
A liar’s funeral
Red flag
What’s next
Spiders
Orphan
My pain
Not long for this world
Solway firth

VIDEO/SINGOLI DALL’ALBUM

PUNTO DI VISTA

Vi ricordate i giochi Arcade, quando per giocare era necessario il gettone e sullo schermo figurava la scritta “Insert Coin”? Gli Slipknot ripartono proprio dal decennio che ha visto la nascita del metal e fedele alla new wave, attraversano il grunge degli anni ’90 e si specchiano nel crossover dei ’00.

Dopo 5 anni di silenzio discografico ma in continuo movimento sui palchi di tutto il mondo, la band guidata da Corey Taylor pone una nuova, iconica, base alla propria ragion d’essere. “We Are Not Your Kind” è il richiamo ancestrale agli spettatori del film sulla vita degli Slipknot che arrivano così al sesto capitolo, descritto proprio dal frontman della band dell’Iowa con queste parole:

“Non importa chi sei, da dove vieni, che aspetto hai, di che colore è la tua pelle, chi ami, in cosa credi: siamo una famiglia per l’amore che abbiamo verso la musica e “We Are Not Your Kind” rappresenta quel raduno di persone che volta le spalle al resto del mondo e dice: “Non lasceremo che il tuo odio, ci permei. Non siamo il tuo tipo. Non sarai mai nostro”.

Gli Slipknot sono tornati con il sesto album "We Are Not Your Kind"

“Siamo una famiglia non per il sangue ma per la musica” – queste le parole che Taylor ha fatto riecheggiare nell’unica data italiana al Bologna Sonic Parkqui il report. Proprio la famiglia (fan) è uno dei punti focali di questo “We Are Not Your Kind” insieme con il buio dei tempi moderni (Donald Trump) e i demoni della vita di Corey Taylor.

La tumultuosa gestazione del nuovo progetto discografico è la somma di un periodo difficile per alcuni membri del gruppo che hanno saputo trasformare letame in vero e proprio oro. Primo su tutti Corey Taylor, scrittore dei testi, che ogni volta con la penna in mano rivive gli abusi vissuti da ragazzino e il recente divorzio dopo 8 anni di matrimonio dalla seconda moglie Stephanie Luby (“So I’m Setting You Free…You’ve Killed The Saint In Me”“Unsainted”); e poi la rottura con Chris Fehn, storico percussionista della band – sostituito dal misterioso “Tortilla Face” – per reclami legati agli introiti della band.

Slipknot al Bologna Sonic Park: la recensione di End of a Century

“We Are Not Your Kind” è perciò una lenta e sapiente metabolizzazione di parti di vita della band che getta la vecchia maschera e si denuda completamente di fronte al proprio pubblico, la vera “famiglia”. Una famiglia che non ha mai tradito Taylor e soci da 20 anni a questa parte. Una risalita in 14 parti da un buco nero che fino a pochi mesi fa non aveva alcuna via d’uscita.

I ruggiti di Taylor si mischiano ai sussurri di una vita vissuta ai limiti (“A Liar’s Funeral”) in cui il cantante brucia una pagina di diario appena scritta e la riscrive in bella copia (“Red Flag”) mostrando il dito medio a tutti quanti (“Solway Firth”) e continuando per la propria strada.

Slipknot dal vivo giovedì 27 giugno al Bologna Sonic Park

La rabbia degli Slipknot viene incanalata grazie alla costante presenza e all’influsso positivo del pubblico che li ha aiutati nei momenti più bui (anche sui social, con parole di stima e approvazione). “We Are Not Your Kind” è infine un lavoro che può essere riassunto con due semplici parole, perdita e acquisto: la scomparsa di un amore e la presenza sempre più vera e vasta di una nuova famiglia, i fan.

VOTO: 8

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