THE GOOD THE BAD AND THE QUEEN: la recensione di “Merrie Land” (2018)

NOME

The Good The Bad And The Queen

GENERE

Rock/Alternative

ESORDIO

The Good The Bad And The Queen (2007)

ULTIMO ALBUM

Merrie Land (2018)

COPERTINA

The Good The Bad And The Queen sono tornati con il loro secondo album "Merrie Land" contro la Brexit

ELENCO CANZONI

Introduction
Merrie land
Gun to the head
Nineteen seventeen
The great fire

Lady Boston
Drifters & trawlers
The truce of twilight
Ribons
The last man to leave
The poison tree

VIDEO/SINGOLI DALL’ALBUM

 

PUNTO DI VISTA

Non esiste al giorno d’oggi artista che abbia viaggiato musicalmente più di Damon Albarn. Il ragazzo di Colchester cresciuto a pane e beat si affacciò alla musica quasi 30 anni fa con i suoi compagni Graham Coxon, Dave Rowntree e Alex James formando una delle band più iconiche degli anni ’90, i Blur. La band, fiera bandiera del vero significato della parola “Brit-pop”, insieme con i Radiohead ha perfettamente rappresentato l’evoluzione sonora cui ogni gruppo di musicisti dovrebbe prima o poi andare incontro, dando vita ad album iconici come “Blur” e “13”. Negli anni 2000 arriva poi il progetto più ambizioso di Mr. Albarn che si  toglie di dosso la maschera da icona Brit e indossa quella di 2D, tastierista e cantante della band a cartone animato più famosa di tutti i tempi, i Gorillaz. Prima nasconde il suo volto dietro un telo durante i live poi, qualche anno più tardi, si rituffa nella mischia musicale guardando in faccia uno dopo l’altro i suoi fan. 

Qualche colonna sonora (Ordinary Decent Criminal, 101 Reykjavik), qualche collaborazione (Massive Attack e Michael Nyman per esempio) e arriva a gamba tesa un altro, ambizioso progetto insieme con alcuni dei musicisti più rappresentativi degli anni ’80 e ’90. Simon Tong, chitarrista dei Verve, Paul Simonon, bassista ex Clash e Tony Allen, percussionista di Fela Kuti, compongono insieme a Damon Albarn il volto più democratico (ma anche rivoluzionario) del Regno Unito: The Good The Bad And The Queen. Nel 2007 con l’album omonimo hanno messo in evidenza la Londra dei tempi moderni con i suoi pregi e i suoi molti difetti e una copertina ispirata da “London’s Burning” dei Clash. Sono passati 11 anni e i quattro cavalieri della Regina sono tornati per mettere in piedi nuovamente la loro rappresentazione critica del Regno Unito, questa volta con un pupazzo ventriloquo (nei video “Merrie Land” e “Gun To The Head”) a rappresentare l’impotenza e l’incoerenza della popolazione di fronte a decisioni che a volte andrebbero ponderate con i giusti tempi (la Brexit).

The Good The Bad And The Queen tornano 11 anni dopo l'esordio con l'album "Merrie Land" contro la Brexit

Damon Albarn e i suoi compagni sono tornati nel momento del bisogno per far capire alla popolazione britannica che il loro voto in merito alla divisione del Regno Unito con il resto dell’Europa è stato uno degli errori più grandi che avessero potuto commettere in tutta la loro storia. La sinistra democratica è qui rappresentata da quattro inglesi che accettano da una parte ciò che è successo e dichiarano amore alla loro patria (“The Last Man To Leave”, “The Poison Tree”) ma dall’altra non vogliono che il popolo vada alla deriva e si lasci andare come un mucchio di spazzatura (“The Truce Of Twilight”).

The Good The Bad And The Queen scrivono il loro elogio funebre alla Merry England, rivelando aspetti andati perduti nell’Inghilterra moderna ed evidenziando come sia in atto un nuovo periodo medievale di confusione politica e generale. Damon Albarn si contrappone tra il popolo e le alte cariche per cercare di dare voce al pubblico proletario inglese, criticando ma al contempo cercando di sviluppare una strategia di azione che “salvi la Regina” da questa Brexit imperante.

VOTO: 7,5

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