L’autore Kenneth Womack sostiene che le relazioni tra il “quinto Beatle” George Martin e la band sono state tese durante le sessioni di “The White Album” nel 1968: il produttore dei Fab Four fu letteralmente escluso dalle sessioni di registrazioni del doppio album.
Kenneth Womack, afferma che una vera e propria guerra fredda era scoppiata tra Martin e la band:
“Ho chiesto ai tecnici del suono cosa stava facendo George quando John suonava una parte specifica di chitarra o quando Ringo stava lavorando ad alcune parti di batteria e la loro risposta fu ‘niente, era nella parte posteriore della cabina di registrazione, leggendo giornali, condividendo la sua cioccolata con noi, era in una specie di sciopero con cioccolato e giornali”.
Martin, scomparso nel 2016, era conosciuto come il “quinto Beatle” per la sua notevole influenza nella produzione di tutti gli album dei Beatles e Womack sostiene anche che tra le ragioni dell’esclusione ci furono anche alcune incertezze di Brian Epstein, allora manager dei Beatles, scomparso nel 1967. Venne fuori che la mente dietro “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” poteva essere Martin stesso come spiega lo stesso Womack:
“Ha avuto molto a che fare con un articolo della rivista Time del 1967 in cui George è stato accreditato come la mente dietro ‘Sgt. Pepper’. Non credo l’abbiano presa molto bene e gliel’hanno fatta pagare così nel ‘White Album'”.
Il libro di Kenneth Womack, “Sound Pictures: The Life of Beatles Producer George Martin, The Later Years, 1966-2016″, uscirà il 4 novembre.