
C’è un lago in mezzo alle montagne innevate ad accogliere il pubblico dell’Olimpico di Roma per l’ultima data del tour negli stadi di Cesare Cremonini. Sul mega ledwall si staglia il paesaggio dell’Alaska, un miraggio per i 60 mila presenti mentre il termometro segna 28 gradi alle 21:15, orario d’inizio dello show.
L’impatto visivo ricorda quello del trentennale di “The Joshua Tree” degli U2, andato in scena proprio all’Olimpico otto anni fa, cullano Cremonini nelle quasi tre ore di spettacolo.
Il racconto del concerto di Cesare Cremonini a Roma
Proprio “Alaska baby” apre il secondo concerto romano di Cremonini dopo l’intro “Cercando Camilla”. Fuochi d’artificio, coriandoli e un inizio alla Oasis portano il pubblico su un altro pianeta. “Roma facciamo festa grande?”, grida dal palco.
“Buonasera Capitale stanotte è il gran finale, portiamo a casa tutto quello che possiamo, abbracciatevi, tocchiamoci, teniamoci per mano perché viaggeremo per l’ultima volta insieme. Voglio portarvi con me nei posti in cui sono stato, non voglio più tornarci da solo, voglio tornarci con voi, deserto dopo deserto, città dopo città, canzone dopo canzone. Tutto quello che ho vissuto è diventata musica, è incredibile cosa si può fare con il dolore e con l’amore, Roma abbracciami vieni con me”. Questo il lungo preludio di Cesare Cremonini prima de “Il comico” per poi sprofondare nelle nuove sonorità con “La ragazza del futuro” e “Ora che non ho più te” (con temporale nei ledwall a ricreare l’atmosfera del video)
“Sento questa energia, stasera facciamo un grande concerto”, annuncia Cremonini mentre parte “Buon viaggio”. Un giro tra il pubblico con “Lost in the weekend”, un balletto per poi abbassare i toni con “Un’alba rosa” e “Acrobati”.
Jovanotti e Luca Carboni sul palco con Cesare Cremonini
Dopo l’enfasi di “Le sei e ventisei”, subito arriva la psichedelia di “Mondo” con lo special guest Jovanotti. “Ave Cesare” grida dal palco il cantautore di Cortona mentre il bolognese lo ringrazia per “aver aperto tutte le porte, è una fottuta rockstar”. “Ti ho visto nascere”, contraccambia Jova, “è un onore essere su questo palco”.
Cambio maglia sul palco durante “Grey Goose” e poi spazio a una Elisa virtuale (“Aurore boreali”, “Nonostante tutto”) fino a imbracciare la fisarmonica in “Figlio d’un Re”: “È un onore aver portato allo stadio Olimpico uno strumento definito con l’aggettivo più bello che conosca, popolare”. Dopo la presentazione della sua band, Cremonini porta Bologna a Roma sulle note di “San Luca” accogliendo Luca Carboni. “Abbiamo una super band, ci chiamano i Boronbo e abbiamo un cantante in più: Jova”.
Cremonini a Ballo: “Non siamo come i Gallagher, noi siamo sempre insieme”
“Non siamo come i Gallagher che devono tornare insieme, io e Ballo siamo sempre insieme. Abbiamo sempre una casa in cui tornare”, dice guardando il bassista Ballo, compagno di palco da 26 anni. E subito si parte con “50 Special” e la mente torna all’estate del 1999 quando il video del brano era in rotazione su MTV Italia ma dopo mezzanotte perché, al tempo, le emittenti pensavano potesse “non funzionare”. E invece “Squerez”, con 1 milione e 1700 mila copie, è ancora oggi il disco più venduto da una band italiana. “Lo tiriamo giù lo stadio Roma”, incita i 60 mila il cantautore bolognese.
L’arrivederci al Circo Massimo nel 2026
Le intense “Marmellata #25″ e “Poetica” – con tanto di fuochi d’artificio – chiudono il set standard per aprire poi al bis. “Nessuno vuole essere Robin” accende nuovamente i flash dei cellulari per le storie Instagram fino al gran finale.
“Questo è l’ultimo momento che ho con voi, non potevo immaginare una fine meglio di questa, con l’Olimpico che mi accompagnerà per sempre, ho sognato questo momento per un anno e mezzo. Noi facciamo solo metà in ogni canzoni e in ogni tour, l’altra metà esiste solo grazie a voi”. E la buonanotte è affidata a “Un giorno migliore”. “Sei il centro della musica e del mio cuore – dice Cremonini, inchinandosi di fronte ai fan della Capitale – ci vediamo l’anno prossimo al Circo Massimo”.
