
Scaldare un cuore freddo è difficile. Per Harrison Storm invece è facilissimo. Dopo cinque EP e oltre 350 milioni di streaming, tra cui un singolo disco d’Oro in Canada (“Sense of home”), il cantautore australiano pubblica il suo primo album, “Wonder, won’t you?”.
L’inizio di un meraviglioso viaggio di introspezione negli anfratti più profondi del suo cuore e della sua mente in 10 canzoni delicate che abbattono i muri della solitudine e aprono un diario rimasto a lungo socchiuso.
“Per me la musica riguarda soprattutto la scoperta di sé – afferma Harrison Storm. Le mie storie hanno molto a che fare con la connessione con me stesso e con il tentativo di connettersi davvero con il mondo. Crescendo, non sono ancora riuscito a trovare il mio posto nel mondo o adattarmi, sono io ad essere eccessivamente sensibile, il che penso sia una cosa buona. Quando scrivo una canzone, mi aiuta a capire che tutte queste emozioni sono parte dell’esperienza umana e che va bene avere pensieri introspettivi”.

“Wonder, won’t you?”, la dichiarazione d’intenti di Harrison Storm
Strano come in cinque EP Harrison Storm non abbia mai mostrato il lato più intimo di sé. Lato che invece non si vergogna a mostrare in “Wonder, won’t you?”. Introspettivo ma audace. Come la confessione del suo percorso personale per combattere l’ansia nell’apripista “Warm a cold heart”.
Intime e affascinanti “This love” e “My way home” mentre in “Daylight sun”, Harrison Storm tende la mano a un amico bisognoso; in “Tomorrow” il conto finale con il caos travolgente della società moderna. Nostalgico sogno del passato a occhi aperti in “In good time” mentre è con “Stone” che Storm impara a convivere con la solitudine, accettando che alcune amicizie si debbano necessariamente perdere durante un percorso di crescita e cambiamento. Ma la solitudine per Harrison Storm non è negativa, ma anzi una fonte di riflessione, un aiuto a ritrovarsi.
