
Sono sette le date nei palasport nel 2026 annunciate da Achille Lauro, in gara a Sanremo 2026 con “Incoscienti giovani”, dopo gli show estivi al Circo Massimo. Intanto il cantautore romano pubblica il video del brano con protagonista Celeste Dalla Porta, la Parthenope di Paolo Sorrentino.
Una nuova avventura live nei Palasport per Lauro a marzo 2026 a Eboli, Bari, Padova, Torino, Milano, Bologna, Firenze. E porterà dal vivo la ballad ispirata a una storia vera, il racconto di un amore incosciente che vede protagonisti due giovani cresciuti senza amore ai bordi della periferia romana.
Il video di “Incoscienti giovani” di Achille Lauro
Disponibile da oggi anche il videoclip di “Incoscienti giovani”, firmato da Gabriele Savino, con Achille Lauro e Celeste Dalla Porta, Parthenope nell’ultimo film di Paolo Sorrentino, ambientato alla Fontana di Trevi, un omaggio alla Dolce Vita di Federico Fellini e più in generale alla cultura e allo stile italiano come conferma anche la collaborazione di Lauro con il brand Dolce&Gabbana per i look della cinque serate.
Il tour 2026 nei palasport
Con il settimo album in uscita, Achille Lauro sarà per la prima volta sul palco del Circo Massimo e in tour nel 2026. I biglietti sono disponibili in pre-sale sul canale broadcast di Achille Lauro e in vendita da giovedì alle 14 sul sito di Ticketone e nei punti vendita autorizzati.
04 MARZO EBOLI (SA) – PALASELE
09 MARZO BARI – PALAFLORIO
12 MARZO PADOVA – KIOENE ARENA
14 MARZO TORINO – INALPI ARENA
16 MARZO MILANO – UNIPOL FORUM
20 MARZO BOLOGNA – UNIPOL ARENA
21 MARZO FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM
Il significato di “Incoscienti giovani”
Con un messaggio alla stampa, Achille Lauro spiega la genesi di “Incoscienti giovani” facendola raccontare da chi l’ha vissuta:
“Quando ho conosciuto Lauro era un adolescente magrolino, con i capelli sempre rasati corti e il viso scavato. Eravamo molto giovani quando ci siamo innamorati. Io vivevo da sola con mia madre, e lui veniva spesso da noi. Lo abbiamo aiutato tanto quando era solo, per mia madre era come un figlio. Aveva questa ossessione per la scrittura, come se fosse l’unico modo per dare un senso a tutto ciò che lo circondava e , probabilmente, scrivere lo aiutava anche a metabolizzare la situazione che viveva.
Lauro ha sempre cercato di nascondere i suoi traumi. Li tiene dentro. É forse per questo che scrive canzoni. Ha imparato a soffrire in silenzio. Io lo capivo. Anche io e mia madre eravamo rimaste sole. Mio padre l’ha sempre umiliata, fino al giorno in cui se ne è andato. Lui non ha mai saputo cosa significasse davvero stare insieme. Lui non conosce l’amore.
Anche in quegli anni senza casa, Lauro non mi ha mai chiesto aiuto. Si vergognava. Dormiva dove capitava: Ricordo quell’hotel fatiscente a una stella a Boccea, che odiava, e quella vecchia Peugeot 206 grigia. Ricordo che mentiva, pur di non pesare su di me e su i suoi amici. A notte tarda, quando tutti rientravano, lui diceva: “Tranquilli, sto da un amico.” Ma poi finiva a dormire in macchina nascosto in qualche parcheggio. Non scorderò mai quello che è stata la nostra adolescenza incosciente e sarò sempre innamorata di quel ragazzino sognatore. Nonostante fosse un ragazzo difficile, chi riusciva a superare lo scoglio scopriva una sensibilità preziosa. Forse proprio quella che ancora oggi riesce a mettere in quelle canzoni che parlano ancora di noi, Come questa.”

