Mediterraneo: «Amore, geografia e ricordi, non solo “Donne e Motori”. Beatles e Battisti? Esempi di libertà»

Mediterraneo

“Donne e Motori” è il nuovo album di Mediterraneo, un vero e proprio “tuffo indietro nel tempo in una dimensione in cui le emozioni si vivono sulla pelle”. Alessandro Casali celebra la nostalgia di una vita dal sapore autentico e rurale, lontana dal ritmo frenetico delle grandi città.

Il racconto dell’Italia della Panda e della Vespa, “dalla spiagge della Sicilia alle Dolomiti”. Con la collaborazione e co-produzione di Michelangelo, Mediterraneo passa dall’indie rock al jazz, dal funk ai grandi cantautori italiani come Battisti e Dalla.

Dieci canzoni per il dipinto di un mondo fatto di “pensieri spontanei, luoghi reali e relazioni vissute faccia a faccia”, prima dei rapporti filtrati attraverso lo schermo di un pc o di un cellulare.

Mediterraneo "Donne e motori"

“Donne e motori” è il tuo nuovo album, a due anni da “Hotel Miramare”. Che disco è?
Nel disco esploro le emozioni di un ragazzo nato negli anni ‘90, un tuffo indietro nel tempo in una dimensione in cui le emozioni si vivono sulla pelle, le persone si parlano e si innamorano guardandosi negli occhi.

Un disco libero.
Non mi sono posto paletti. Le canzoni sono venute da sole, senza che cercassi di portarle nel mondo radiofonico o commerciale. Il titolo è arrivato dopo. Il filo rosso che collega tutto sono, appunto, le donne e i motori: nei brani parlo di relazioni, di storie e c’è sempre una macchina.

E dove va la macchina di Mediterraneo?
A Cremona, alle Cinque Terre…Tutti spostamenti di libertà. Basta prendere la macchina ed essere libero.

Come nasce invece il sodalizio con Michelangelo?
Ci siamo conosciuti tanti anni fa, io avevo 16 anni e avevo una band. Ci mancava il batterista e girava voce che lui, che aveva 14 anni, ci sapeva fare. Lo abbiamo assoldato. Non solo siamo collaboratori ma soprattutto amici.

Hai fatto tanti lavori, dal magazziniere all’elettricista, come ci hai già raccontato. Ma come ti è venuta voglia di fare il cantautore e diventare Mediterraneo?
La musica è un gioco solitario, ti metti lì e scrivi. Il periodo della band per me è finito a 18 anni. Poi ho vissuto la mia vita, ho una moglie e due figlie. Ma alla fine mi sono detto, ‘sai cosa mi manca? La musica’. E ci sono tornato. Mi tiene vivo.

Hai detto “Dipingo nelle canzoni un mondo a misura d’uomo, vestiti dei nostri nonni e genitori disegnati per la vita di tutti i giorni”. C’è un vestito o un oggetto di tuo nonno a cui sei legato?
C’è un indumento che non metto spesso: la coppola di quando mio nonno era ragazzo. Ce l’ho sempre davanti agli occhi. È simbolica, il segno di cose che resistono al tempo. Poi c’è una giacca di pelle, quella invece la metto spesso, è anche sulla copertina di donne e motori.

Mediterraneo

Il disco si apre con “Ancora”: il racconto di un amore che resiste senza badare a tutto ciò che succede intorno. Pensavi a qualcuno in particolare?
Viene dalla mia situazione famigliare, dalla mia compagna che mi ha fatto rimanere. Fino a 7-8 anni fa ero un libertino.

Nel disco c’è amore e geografia. Come convivono queste due parole?
C’è un nesso tra amore, geografia e ricordi. Da Cremona il primo posto in cui si va al mare è la Liguria, sono proprio le Cinque Terre. Mi ricordano le mie prime scampagnate da ragazzino. Il mio primo amore è stato per il mare.

Però poi ci sono le atmosfere 70s in “Marenero”. Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Per “Marenero” ha influito molto “Random Access Memories” dei Daft Punk. Sono un po’ una spugna negli ascolti. Ma nel disco le ispirazioni sono state anche altre: ho recuperato quello che per me era nostalgico, libero e poetico. Primi tra tutti Battisti e i Beatles, due esempi di libertà.

Mediterraneo - Marenero

Come nasce l’omaggio alla canzone napoletana in “C’aggia fa”?
Mi affascinano i dialetti, sono lingue a tutti gli effetti. In quel periodo stavo leggendo modi di dire in napoletano. Mi era rimasto in mente questo: ‘mi sai vennere come te pare’ cioè “tu mi puoi vendere quando ti pare”. Da lì l’idea di scriverci una canzone.

Invece come mai hai sentito la necessità di cantare un brano dedicato all’Italia?
L’Italia è magica, dalle spiagge della Sicilia fino alle Dolomiti. Incontri tanti mondi diversi, tanti dialetti. Ma ci sono cose che vedi in tutta Italia: l’Apecar, la Panda, la Vespa. Siamo tutti italiani, una comunità che brilla per capacità artistiche e culturali. L’Italia è un gioiello.

Mediterraneo - Italia

Quali aspettative hai sul disco?
Vorrei creasse rumore, interesse. Non penso sia un lavoro per i grandi numeri, ho ancora strada da fare. Ma è un lavoro di libertà che troverà qualcuno che lo apprezza. Per me è come mettere un piede nella porta.

Cosa farai nei prossimi mesi?
In questi mesi mi dedicherò a scrivere nuove canzoni. In estate non mi dispiacerebbe fare qualche data o suonare in qualche festival.

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